The topic of scientific innovation and technology transfer, as primary and absolute factors for addressing and managing the current condition, appear connoted in a mode that it is not improper to call “ideological”, resistant to any dialectic and confrontation. It is a verticalized, hyperspecialized, one-size-fits-all approach to open, complex, fluid and unpredictable issues in need rather of integrated and integral approaches provided by multiple knowledge, skills and disciplines. The basic misunderstanding consists in the substitution of thinking for doing, of means for ends, while it is necessary to distinguish “doing as production” from “doing as a search for qualitỳ and meaning”, and in this direction design as a specific design action connected to an intellectual and “humanistic” dimension, which in truth has always characterized it and nurtured its specificity with respect to other (equally legitimate) modes of design, is placed. Work and design, in part or in full, freed from the constraints of the technical-executive-material fabrilized dimension find themselves in the unprecedented condition of being able to focus on the construction of meanings (sense making) and on human driven innovation, to design in relation to old and new needs, certainly without neglecting desires, in the meantime much changed along with values, for artifacts, systems and services for real people, for their aspirations, for their best use within a suitable environmental, cultural and psychological context in which they wish to live. Il tema dell’innovazione scientifica e del trasferimento tecnologico, come fattori primari e assoluti per affrontare e gestire la condizione attuale, risultano connotati in una modalità che non è improprio definire “ideologica”, resistente a qualunque dialettica e confronto. Si tratta di un approccio verticalizzato, iperspecialistico, univoco e lineare a fronte di problematiche aperte, complesse, fluide e imprevedibili necessitanti piuttosto di approcci integrati e integrali, forniti da più saperi, competenze e discipline. L’equivoco di fondo consiste nella sostituzione del pensare con il fare, dei mezzi con il fine, mentre è necessario distinguere il “fare come produzione” dal “fare come ricerca di qualità e significato”, e in questa direzione si colloca il design come specifico agire progettuale collegato ad una dimensione intellettuale e “umanistica”, che in verità da sempre lo caratterizza e ne alimenta la specificità rispetto ad altri (altrettanto legittimi) modi del progetto. Lavoro e progetto, in parte o integralmente, liberati dai vincoli della dimensione fabbrile tecnico-esecutiva-materiale si trovano nella inedita condizione di potere concentrarsi sulla costruzione di significati (sense making) e su human driven innovation, di progettare in relazione a vecchi e nuovi bisogni, senza certo per questo trascurare i desideri, nel frattempo molto cambiati assieme ai valori, per artefatti, sistemi e servizi per le persone reali, per le loro aspirazioni, per il loro miglior utilizzo all’interno di un idoneo contesto ambientale, culturale e psicologico nel quale desiderare vivere.

Sense making, oltre il design tecno-nichilista

Bassi, Alberto Attilio
2022-01-01

Abstract

The topic of scientific innovation and technology transfer, as primary and absolute factors for addressing and managing the current condition, appear connoted in a mode that it is not improper to call “ideological”, resistant to any dialectic and confrontation. It is a verticalized, hyperspecialized, one-size-fits-all approach to open, complex, fluid and unpredictable issues in need rather of integrated and integral approaches provided by multiple knowledge, skills and disciplines. The basic misunderstanding consists in the substitution of thinking for doing, of means for ends, while it is necessary to distinguish “doing as production” from “doing as a search for qualitỳ and meaning”, and in this direction design as a specific design action connected to an intellectual and “humanistic” dimension, which in truth has always characterized it and nurtured its specificity with respect to other (equally legitimate) modes of design, is placed. Work and design, in part or in full, freed from the constraints of the technical-executive-material fabrilized dimension find themselves in the unprecedented condition of being able to focus on the construction of meanings (sense making) and on human driven innovation, to design in relation to old and new needs, certainly without neglecting desires, in the meantime much changed along with values, for artifacts, systems and services for real people, for their aspirations, for their best use within a suitable environmental, cultural and psychological context in which they wish to live. Il tema dell’innovazione scientifica e del trasferimento tecnologico, come fattori primari e assoluti per affrontare e gestire la condizione attuale, risultano connotati in una modalità che non è improprio definire “ideologica”, resistente a qualunque dialettica e confronto. Si tratta di un approccio verticalizzato, iperspecialistico, univoco e lineare a fronte di problematiche aperte, complesse, fluide e imprevedibili necessitanti piuttosto di approcci integrati e integrali, forniti da più saperi, competenze e discipline. L’equivoco di fondo consiste nella sostituzione del pensare con il fare, dei mezzi con il fine, mentre è necessario distinguere il “fare come produzione” dal “fare come ricerca di qualità e significato”, e in questa direzione si colloca il design come specifico agire progettuale collegato ad una dimensione intellettuale e “umanistica”, che in verità da sempre lo caratterizza e ne alimenta la specificità rispetto ad altri (altrettanto legittimi) modi del progetto. Lavoro e progetto, in parte o integralmente, liberati dai vincoli della dimensione fabbrile tecnico-esecutiva-materiale si trovano nella inedita condizione di potere concentrarsi sulla costruzione di significati (sense making) e su human driven innovation, di progettare in relazione a vecchi e nuovi bisogni, senza certo per questo trascurare i desideri, nel frattempo molto cambiati assieme ai valori, per artefatti, sistemi e servizi per le persone reali, per le loro aspirazioni, per il loro miglior utilizzo all’interno di un idoneo contesto ambientale, culturale e psicologico nel quale desiderare vivere.
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