Il saggio discute la nozione artaudiana di “crudeltà” in relazione al rapporto tra spettacolo, realtà e violenza. Vengono discusse le implicazioni, da una parte, della tragedia greca, e dall’altra allo spettacolo degli orrori del medioevo, speculare e parallelo alla teatralizzazione delle pene che continua in Europa fino al XVIII secolo. Laddove la scena assume la violenza del mondo, il mondo spettacolarizza, teatralizzandola, la violenza. Viene analizzata in particolare l’’economia e la politica della violenza che vede nello spettacolo il mezzo della sua affermazione, e parallelamente la presenza di un teatro che tenta di elaborare, e dunque di comprendere (e in certi casi di sussumere e di superare) la violenza – reale – del mondo. Attraverso un’ampia disamina storica che attraversa la tragedia greca, la scena dei Misteri, il teatro elisabettiano, il saggio analizza un repertorio di “immagini senza fondo” e “immagini che sono solo un colpo”, secondo un binomio relativo alla rappresentazione della violenza proposto da Jean-Luc Nancy. Infine, viene analizzato il potere prefigurativo del teatro della crudeltà di Romeo Castellucci, nel caso de Le Metope del Partenone.

“Una realtà rischiosa e tipica”, ovvero, dell’irrompere del mondo sulla scena del teatro

Sacchi, Annalisa
2022-01-01

Abstract

Il saggio discute la nozione artaudiana di “crudeltà” in relazione al rapporto tra spettacolo, realtà e violenza. Vengono discusse le implicazioni, da una parte, della tragedia greca, e dall’altra allo spettacolo degli orrori del medioevo, speculare e parallelo alla teatralizzazione delle pene che continua in Europa fino al XVIII secolo. Laddove la scena assume la violenza del mondo, il mondo spettacolarizza, teatralizzandola, la violenza. Viene analizzata in particolare l’’economia e la politica della violenza che vede nello spettacolo il mezzo della sua affermazione, e parallelamente la presenza di un teatro che tenta di elaborare, e dunque di comprendere (e in certi casi di sussumere e di superare) la violenza – reale – del mondo. Attraverso un’ampia disamina storica che attraversa la tragedia greca, la scena dei Misteri, il teatro elisabettiano, il saggio analizza un repertorio di “immagini senza fondo” e “immagini che sono solo un colpo”, secondo un binomio relativo alla rappresentazione della violenza proposto da Jean-Luc Nancy. Infine, viene analizzato il potere prefigurativo del teatro della crudeltà di Romeo Castellucci, nel caso de Le Metope del Partenone.
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