Il saggio approfondisce il concept design del maestro milanese Vico Magistretti, concentrandosi su una serie limitata di schizzi appartenenti a progetti non realizzati. All’interno del furniture design, l’analisi e lo studio di alcuni schizzi di sedute, per Cassina e Alias, interrotti nelle prime fasi di evolu-zione progettuale, testimoniano come il disegno sia una necessità espressiva di prefigurazione della realtà e diventi un mezzo per comunicare l’essenza dell’oggetto prima ancora della sua traduzione artefattuale. Le ipotesi di traduzione 3D degli schizzi della “poltrona-tapparella”, geometricamente riconducibili a sistemi di superfici rigate soste-nute da elementi tubulari in metallo, si pongono l’obiettivo di ricostruire un possibile immaginario, ripercorrendo le continue varianti che si susseguono dal prototipo iniziale e creando un nesso logico con la nascita di altri oggetti iconici del designer. L’utilizzo del digitale vuole restituire una plausibile immagine dell’artefatto a partire da frammenti e appunti che, in una veste di immediatezza e ossessione personale, sintetizzano non solo ambizioni e intuizioni, ma anche problemi tecnici e mancanze nei prodotti esistenti. I disegni diventano dunque preziosi strumenti d’indagine attraverso cui prende forma un progetto creativo, che le nostre tecnologie hanno il dovere di ridisegnare, ricostruire e comunicare.
Il disegno di un’intuizione. Percorsi interrotti nella pratica progettuale di Vico Magistretti = The Drawing of an Intuition. Interrupted Paths in the Design Practice of Vico Magistretti
Gabriella Liva
2022-01-01
Abstract
Il saggio approfondisce il concept design del maestro milanese Vico Magistretti, concentrandosi su una serie limitata di schizzi appartenenti a progetti non realizzati. All’interno del furniture design, l’analisi e lo studio di alcuni schizzi di sedute, per Cassina e Alias, interrotti nelle prime fasi di evolu-zione progettuale, testimoniano come il disegno sia una necessità espressiva di prefigurazione della realtà e diventi un mezzo per comunicare l’essenza dell’oggetto prima ancora della sua traduzione artefattuale. Le ipotesi di traduzione 3D degli schizzi della “poltrona-tapparella”, geometricamente riconducibili a sistemi di superfici rigate soste-nute da elementi tubulari in metallo, si pongono l’obiettivo di ricostruire un possibile immaginario, ripercorrendo le continue varianti che si susseguono dal prototipo iniziale e creando un nesso logico con la nascita di altri oggetti iconici del designer. L’utilizzo del digitale vuole restituire una plausibile immagine dell’artefatto a partire da frammenti e appunti che, in una veste di immediatezza e ossessione personale, sintetizzano non solo ambizioni e intuizioni, ma anche problemi tecnici e mancanze nei prodotti esistenti. I disegni diventano dunque preziosi strumenti d’indagine attraverso cui prende forma un progetto creativo, che le nostre tecnologie hanno il dovere di ridisegnare, ricostruire e comunicare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.