L’intervento, proposto in occasione del seminario Draw the Map, analizza le mappe realizzate dal coreografo Virgilio Sieni tra il 2013 e il 2016 come direttore di due edizioni di Biennale College - Danza, della IX e della X edizione del Festival Internazionale di Danza Contemporanea di Venezia. Recuperando l’idea formulata nell’articolo Atlas of the Gesture (2018), in cui l’autore interpreta i disegni come «‘carta dei misteri’, (...) che ci lascia vagare alla ricerca di rivelazioni», avanzo l’ipotesi che il materiale editoriale do-it-yourself sia in grado di trattenere la forza affettiva e, allo stesso tempo, estenda l’esistenza dell’esperienza performativa e del progetto curatoriale. Le mappe sono la formulazione su carta delle topografie della città di Venezia immaginate da Sieni, generate dalla conoscenza aptica e affettiva dei corpi dei e delle performer e del pubblico. Sono, infine, gli strumenti attraverso i quali noi spettatori in ritardato possiamo assistere all’evento performativo, che in tal modo riesce a sfuggire all’ontologia dell’effimero e della scomparsa.
Coreografare Venezia: Ri-scrittura urbana e sopravvivenza dell’effimero nelle mappe di Virgilio Sieni
Alessia Prati
2024-01-01
Abstract
L’intervento, proposto in occasione del seminario Draw the Map, analizza le mappe realizzate dal coreografo Virgilio Sieni tra il 2013 e il 2016 come direttore di due edizioni di Biennale College - Danza, della IX e della X edizione del Festival Internazionale di Danza Contemporanea di Venezia. Recuperando l’idea formulata nell’articolo Atlas of the Gesture (2018), in cui l’autore interpreta i disegni come «‘carta dei misteri’, (...) che ci lascia vagare alla ricerca di rivelazioni», avanzo l’ipotesi che il materiale editoriale do-it-yourself sia in grado di trattenere la forza affettiva e, allo stesso tempo, estenda l’esistenza dell’esperienza performativa e del progetto curatoriale. Le mappe sono la formulazione su carta delle topografie della città di Venezia immaginate da Sieni, generate dalla conoscenza aptica e affettiva dei corpi dei e delle performer e del pubblico. Sono, infine, gli strumenti attraverso i quali noi spettatori in ritardato possiamo assistere all’evento performativo, che in tal modo riesce a sfuggire all’ontologia dell’effimero e della scomparsa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.