L’esplosione urbana sta modificando in modo irreversibile i paesaggi africani e le morfologie insediative. Essa si manifesta con la formazione di mega-city e vaste regioni transnazionali urbanizzate, con lo sviluppo di nuovi sistemi nazionali e regionali e l’urbanizzazione di aree rurali. Se fino agli anni ’90 del secolo scorso erano le migrazioni dalle aree rurali verso le principali città (specie primate city) ad alimentare la crescita urbana, secondo il controverso modello push-pull, con il diffondersi globale dell’economia e delle culture digitali, le aree rurali tendono a presentarsi con una capacità endogena di urbanizzazione, mitigando l’inerzia delle città maggiori. La capacità endogena deriva dallo sviluppo di attività rurali non agricole, dalla modernizzazione dei farming and livestock system e da strategie di industrializzazione diffusa. Mutano così in modo radicale i rapporti urbano-rurali e gli stessi concetti di ‘urbano’ e ‘rurale’. L’attuale modello di crescita genera una domanda di infrastrutture del tutto nuova che si affianca a quella generata dalla integrazione economica e commerciale per macro-regioni, dalla maggiore connessione fra zone interne e costiere (logistica e portualità) e da programmi di sfruttamento di risorse naturali e minerarie (suolo compreso) spesso finanziati da capitali non africani. Per diverse ragioni, le politiche e i programmi infrastrutturali interpretano queste domande in modo selettivo, rispondendo in modo strategico o inerziale a istanze ‘estrattive’ sia sul versante delle risorse che su quello della distribuzione della ricchezza.

Infrastrutture e colonizzazione. Il caso africano tra heritage e sviluppo

Patassini, Domenico;Alcaro, Federico;Vaccher, Flavia;Zardo, Linda
2020-01-01

Abstract

L’esplosione urbana sta modificando in modo irreversibile i paesaggi africani e le morfologie insediative. Essa si manifesta con la formazione di mega-city e vaste regioni transnazionali urbanizzate, con lo sviluppo di nuovi sistemi nazionali e regionali e l’urbanizzazione di aree rurali. Se fino agli anni ’90 del secolo scorso erano le migrazioni dalle aree rurali verso le principali città (specie primate city) ad alimentare la crescita urbana, secondo il controverso modello push-pull, con il diffondersi globale dell’economia e delle culture digitali, le aree rurali tendono a presentarsi con una capacità endogena di urbanizzazione, mitigando l’inerzia delle città maggiori. La capacità endogena deriva dallo sviluppo di attività rurali non agricole, dalla modernizzazione dei farming and livestock system e da strategie di industrializzazione diffusa. Mutano così in modo radicale i rapporti urbano-rurali e gli stessi concetti di ‘urbano’ e ‘rurale’. L’attuale modello di crescita genera una domanda di infrastrutture del tutto nuova che si affianca a quella generata dalla integrazione economica e commerciale per macro-regioni, dalla maggiore connessione fra zone interne e costiere (logistica e portualità) e da programmi di sfruttamento di risorse naturali e minerarie (suolo compreso) spesso finanziati da capitali non africani. Per diverse ragioni, le politiche e i programmi infrastrutturali interpretano queste domande in modo selettivo, rispondendo in modo strategico o inerziale a istanze ‘estrattive’ sia sul versante delle risorse che su quello della distribuzione della ricchezza.
2020
9788894869965
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