Palinsesto africano è il titolo dell’immagine che introduce questo breve testo, intreccio tra alcuni viaggi, come architetto e ricercatrice, compiuti nell’Africa sub-sahariana tra il 2012 e il 2017, e le tracce dei viaggi e degli studi di Patrick Dujarric, di Alan Vaughan-Richards, architetti europei ma africani di adozione, e di Demas N. Nwoko, architetto-artista nigeriano, ancor oggi attivo, influenzato dai contatti culturali con Europa e America nei primi anni ’60. Architetti appartenenti a un’esperienza ‘altra’ rispetto al Movimento Moderno, con il quale essi si sono pure confrontati, e che hanno cercato di declinare, nel contesto specifico dei singoli Paesi, in possibili architetture moderne ibridate con la tradizione. ‘Altro’ e ‘altrove’ sono termini che compaiono spesso nel testo, a sottolineare non solo, e non tanto, la distanza geografica di questi luoghi, ma anche, implicitamente, la necessità di trovare una chiave di lettura alternativa. Il viaggio ha richiesto un continuo esercizio di riconoscimento di una pluralità di tracce appartenenti a culture differenti che si sovrappongono, si intrecciano, mescolando architetture, luoghi e tempi diversi. Ed è così che letti in filigrana, scoprendo e rintracciando risonanze, analogie, sottili corrispondenze o reinvenzioni, alcuni frammenti di viaggio si sono ricomposti.

In viaggio nella mia Africa. Intrecci, corrispondenze, luoghi e tempi

Vaccher, Flavia
2022-01-01

Abstract

Palinsesto africano è il titolo dell’immagine che introduce questo breve testo, intreccio tra alcuni viaggi, come architetto e ricercatrice, compiuti nell’Africa sub-sahariana tra il 2012 e il 2017, e le tracce dei viaggi e degli studi di Patrick Dujarric, di Alan Vaughan-Richards, architetti europei ma africani di adozione, e di Demas N. Nwoko, architetto-artista nigeriano, ancor oggi attivo, influenzato dai contatti culturali con Europa e America nei primi anni ’60. Architetti appartenenti a un’esperienza ‘altra’ rispetto al Movimento Moderno, con il quale essi si sono pure confrontati, e che hanno cercato di declinare, nel contesto specifico dei singoli Paesi, in possibili architetture moderne ibridate con la tradizione. ‘Altro’ e ‘altrove’ sono termini che compaiono spesso nel testo, a sottolineare non solo, e non tanto, la distanza geografica di questi luoghi, ma anche, implicitamente, la necessità di trovare una chiave di lettura alternativa. Il viaggio ha richiesto un continuo esercizio di riconoscimento di una pluralità di tracce appartenenti a culture differenti che si sovrappongono, si intrecciano, mescolando architetture, luoghi e tempi diversi. Ed è così che letti in filigrana, scoprendo e rintracciando risonanze, analogie, sottili corrispondenze o reinvenzioni, alcuni frammenti di viaggio si sono ricomposti.
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