(ITA) Questo saggio si inquadra nel mio principale filone di ricerca, che riguarda lo studio dell’opera di Le Corbusier e che inizia con dottorato di ricerca, svolto con una Borsa di Ricerca a me assegnata dalla Fondazione Le Corbusier nel 2002, quando è iniziato il mio ultraventennale interesse per il Maestro. La mia attività di ricerca negli anni si è focalizzata sull’opera costruita, con un’attenzione particolare alle condizioni attuali del manufatto in quanto Modern Heritage, a partire da un approfondimento capillare monografico sull’opera, dalla sua genesi progettuale alla storia dell’edificio e delle sue vicende, nel quadro di una conoscenza approfondita delle questioni teoriche e culturali che ne hanno determinato le caratteristiche architettoniche. L’attico di Charles de Beistegui a Parigi è un esempio unico nella produzione architettonica di Le Corbusier, nel quale egli si confronta, in un progetto non convenzionale, con la forte personalità del committente. Mentre molti testi accademici si limitano a considerare lo spazio degli interni senza i suoi arredi, questo saggio invece considera il progetto nel suo insieme includendo la sistemazione degli interni, grazie a documenti inediti o poco conosciuti, che ci permettono di indagare la controversa influenza su Le Corbusier del movimento surrealista, in relazione ad alcuni aspetti particolarmente innovativi della sistemazione degli interni che culminano con il padiglione della ‘camera obscura’ col periscopio e con l’esperienza delle terrazze-giardino su più livelli. (ENG) The penthouse of Charles de Beistegui in Paris is a unique example in Le Corbusier's architectural production, in which the architect confronts himself, in an unconventional project, with the strong personality of the client. As most of the studies published on the subject limit themselves to considering the space layout without its furniture, the paper examines the project in its entirety, with the aid of unpublished and little-known documents, starting from the relationships between Le Corbusier and the surrealist movement and paying particular attention to the innovative aspects of the interior arrangement culminating with the pavilion of the camera obscura with the periscope and in the experience of the roof-terrace.

Una villa sui tetti di Parigi: l'appartamento di Charles De Beistegui di Le Corbusier

Aglieri Rinella, Vincenzo Tiziano
2020-01-01

Abstract

(ITA) Questo saggio si inquadra nel mio principale filone di ricerca, che riguarda lo studio dell’opera di Le Corbusier e che inizia con dottorato di ricerca, svolto con una Borsa di Ricerca a me assegnata dalla Fondazione Le Corbusier nel 2002, quando è iniziato il mio ultraventennale interesse per il Maestro. La mia attività di ricerca negli anni si è focalizzata sull’opera costruita, con un’attenzione particolare alle condizioni attuali del manufatto in quanto Modern Heritage, a partire da un approfondimento capillare monografico sull’opera, dalla sua genesi progettuale alla storia dell’edificio e delle sue vicende, nel quadro di una conoscenza approfondita delle questioni teoriche e culturali che ne hanno determinato le caratteristiche architettoniche. L’attico di Charles de Beistegui a Parigi è un esempio unico nella produzione architettonica di Le Corbusier, nel quale egli si confronta, in un progetto non convenzionale, con la forte personalità del committente. Mentre molti testi accademici si limitano a considerare lo spazio degli interni senza i suoi arredi, questo saggio invece considera il progetto nel suo insieme includendo la sistemazione degli interni, grazie a documenti inediti o poco conosciuti, che ci permettono di indagare la controversa influenza su Le Corbusier del movimento surrealista, in relazione ad alcuni aspetti particolarmente innovativi della sistemazione degli interni che culminano con il padiglione della ‘camera obscura’ col periscopio e con l’esperienza delle terrazze-giardino su più livelli. (ENG) The penthouse of Charles de Beistegui in Paris is a unique example in Le Corbusier's architectural production, in which the architect confronts himself, in an unconventional project, with the strong personality of the client. As most of the studies published on the subject limit themselves to considering the space layout without its furniture, the paper examines the project in its entirety, with the aid of unpublished and little-known documents, starting from the relationships between Le Corbusier and the surrealist movement and paying particular attention to the innovative aspects of the interior arrangement culminating with the pavilion of the camera obscura with the periscope and in the experience of the roof-terrace.
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