Il saggio analizza, attraverso una serie di testi non di primario rilievo teatrale, il tema dello spettacolo nell'Italia del Seicento come paradigma in grado di mostrare il cambiamento complessivo dell'impegno teorico che, storicamente, in esso si riconosce, tra araldica simbolica , allegoria della storia e mirabilia Dei. Lo spettacolo è un'idea nuova, un vero punto di rottura e correttivo storico finora ignorato per ciò che è sempre apparso, invece, come definitivamente ratificato. Così, orazioni e discorsi accademici, panegirici e sermoni quaresimali, il cui punto di partenza metaforico è l'allegoria dello spettacolo e il tópos del «tutto il mondo è teatro», possono essere inclusi non solo nel genere pro fide ma anche come, di fatto, emblemi di una nuova modalità di lettura della realtà e di conoscenza dell'ordine del cosmo. Lo spettacolo è una nuova agency del senso del vivere e dell'agire sociale, di fronte alla disgregazione dell'uomo rinascimentale e all'incombere della Storia. Il paradigma di un cambiamento radicale che è allo stesso tempo un complesso di forze che comprende l'incontro con la violenza dell'autentico, con il labirinto del dubbio e con la fragilità della vita nelle potenze del corpo, nelle macchie solari e nel spettacolo del fango, dell'orrore del vuoto e del ritorno.---The essay analyzes, through a series of texts not of primary theatrical importance, the theme of the spectacle in seventeenth-century Italy as a paradigm able to show the overall change of the theoretical commitment which, historically, is recognized in it, between symbolic heraldry, allegory of history and mirabilia Dei. The spectacle is a new idea, a real breaking and corrective point hitherto ignored for what appeared, however, as definitively ratified. Thus, orations and academic discourses, panegyrics and Lenten sermons whose metaphorical starting point is the allegory of the spectacle and the tópos of ‘all the world’s a stage’, can be included not only in the pro fide genre but also as, de facto, emblems of a new modality of reading of reality and knowledge of the order of the cosmos. The spectacle is a new agency of the meaning of living and social action, in front of the disintegration of Renaissance man and the looming of History. The paradigm of a radical change which is at the same time a complex of forces which includes the encounter with the violence of the authentic, with the labyrinth of doubt, and with the fragility of life in the powers of the body, the sunspots and the spectacle of the mud, the horror of the void, and of the return.

La clausura dell’infinito: lo spettacolo come paradigma nel Seicento italiano

Tomassini, Stefano
2023-01-01

Abstract

Il saggio analizza, attraverso una serie di testi non di primario rilievo teatrale, il tema dello spettacolo nell'Italia del Seicento come paradigma in grado di mostrare il cambiamento complessivo dell'impegno teorico che, storicamente, in esso si riconosce, tra araldica simbolica , allegoria della storia e mirabilia Dei. Lo spettacolo è un'idea nuova, un vero punto di rottura e correttivo storico finora ignorato per ciò che è sempre apparso, invece, come definitivamente ratificato. Così, orazioni e discorsi accademici, panegirici e sermoni quaresimali, il cui punto di partenza metaforico è l'allegoria dello spettacolo e il tópos del «tutto il mondo è teatro», possono essere inclusi non solo nel genere pro fide ma anche come, di fatto, emblemi di una nuova modalità di lettura della realtà e di conoscenza dell'ordine del cosmo. Lo spettacolo è una nuova agency del senso del vivere e dell'agire sociale, di fronte alla disgregazione dell'uomo rinascimentale e all'incombere della Storia. Il paradigma di un cambiamento radicale che è allo stesso tempo un complesso di forze che comprende l'incontro con la violenza dell'autentico, con il labirinto del dubbio e con la fragilità della vita nelle potenze del corpo, nelle macchie solari e nel spettacolo del fango, dell'orrore del vuoto e del ritorno.---The essay analyzes, through a series of texts not of primary theatrical importance, the theme of the spectacle in seventeenth-century Italy as a paradigm able to show the overall change of the theoretical commitment which, historically, is recognized in it, between symbolic heraldry, allegory of history and mirabilia Dei. The spectacle is a new idea, a real breaking and corrective point hitherto ignored for what appeared, however, as definitively ratified. Thus, orations and academic discourses, panegyrics and Lenten sermons whose metaphorical starting point is the allegory of the spectacle and the tópos of ‘all the world’s a stage’, can be included not only in the pro fide genre but also as, de facto, emblems of a new modality of reading of reality and knowledge of the order of the cosmos. The spectacle is a new agency of the meaning of living and social action, in front of the disintegration of Renaissance man and the looming of History. The paradigm of a radical change which is at the same time a complex of forces which includes the encounter with the violence of the authentic, with the labyrinth of doubt, and with the fragility of life in the powers of the body, the sunspots and the spectacle of the mud, the horror of the void, and of the return.
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