Un progetto si sviluppa nella relazione con una committenza che nell’ordinare ad altri l’esecuzione di un lavoro, introduce la volontà e la necessità di affidare qualcosa e affidarsi a qualcuno. Il designer, radicato nella fiducia accordatagli, accoglie la richiesta, la interpreta, la verifica e attraverso il progetto fornisce una risposta appropriata. Questo ciò che si potrebbe prefigurare se il processo progettuale potesse essere considerato in valore assoluto |processo|. Il processo progettuale, di contro, spesso non è lineare e non mira alla mera costruzione di una risposta al brief concordato. Il progetto è contestuale, correlato al tempo e relazionato allo spazio. Al progettista, regista del processo, è richiesto uno sguardo vigile e indagatore che attraverso l’autocritica riesca a interpretare con responsabilità la complessità contestuale configurando risposte capaci di andare oltre le esplicite richieste della committenza anticipandone le visioni. Il contributo, nel riflettere sul valore della non-linearità del processo progettuale, in riferimento alla duplice relazione del progettista con committente e fruitore, propone il luogo e l’esperienza dello stesso come attivatori di una critica capace di mettere in discussione obiettivo e output di progetto, a partire da un tema di ricerca teorico-applicato che ha trovato sperimentazione in “Vivere l’ospitalità. Soluzioni e scenari per il Centro Soggiorno e Studi di San Servolo“, workshop didattico svolto tra giugno e luglio 2023.
Mettersi in ascolto. L’esperienza abilita discontinuità nel processo progettuale
Alessandra Bosco;Francesca Ambrogio;Silvia Codato
2024-01-01
Abstract
Un progetto si sviluppa nella relazione con una committenza che nell’ordinare ad altri l’esecuzione di un lavoro, introduce la volontà e la necessità di affidare qualcosa e affidarsi a qualcuno. Il designer, radicato nella fiducia accordatagli, accoglie la richiesta, la interpreta, la verifica e attraverso il progetto fornisce una risposta appropriata. Questo ciò che si potrebbe prefigurare se il processo progettuale potesse essere considerato in valore assoluto |processo|. Il processo progettuale, di contro, spesso non è lineare e non mira alla mera costruzione di una risposta al brief concordato. Il progetto è contestuale, correlato al tempo e relazionato allo spazio. Al progettista, regista del processo, è richiesto uno sguardo vigile e indagatore che attraverso l’autocritica riesca a interpretare con responsabilità la complessità contestuale configurando risposte capaci di andare oltre le esplicite richieste della committenza anticipandone le visioni. Il contributo, nel riflettere sul valore della non-linearità del processo progettuale, in riferimento alla duplice relazione del progettista con committente e fruitore, propone il luogo e l’esperienza dello stesso come attivatori di una critica capace di mettere in discussione obiettivo e output di progetto, a partire da un tema di ricerca teorico-applicato che ha trovato sperimentazione in “Vivere l’ospitalità. Soluzioni e scenari per il Centro Soggiorno e Studi di San Servolo“, workshop didattico svolto tra giugno e luglio 2023.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.