L’editoriale del numero monografico dedicato a Vienna chiarisce il significato del rapporto immediato tra esistenza e trasformazione come unica possibilità di un “futuro passato” in quanto interrelazione tra stratificazioni spazio-temporali differenti. Subitanea, e quasi evidente, è la connessione tra il nome della città – Vienna – e il titolo del noto lavoro di Reinhart Koselleck, “Futuro passato”, così come senza soluzione di continuità è il nesso tra il fare progettuale e ciò che è stato fatto/progettato; tuttavia questa evidenza conserva un senso di sfida. L’incontro tra permanenza e emergenza è conoscenza che apre a nuove vie, dove la via fenomenologica porta a una concezione del progetto architettonico e urbano in cui si incontrano continuamente intenzionalità e “Lebenswelt”. Le trasformazioni attuali hanno portato Vienna ad avviare analisi di scenari futuri e sperimentare metodologie progettuali per redigere un piano di sviluppo della città: “STEP 2025 Urban development Plan Vienna”. Il pensiero progettuale si alimenta della forza produttiva e immaginativa della memoria, intervenendo in un terreno inteso non come suolo passivo bensì come sistema stratificato di segni, rintracciabili e misurabili attraverso un inventario operativo. Con la sua caratteristica di città nodale, nel cuore dell’Europa, Vienna è da sempre uno dei principali punti di contatto nel diaframma est-ovest Europa, grazie anche al Corridoio del Danubio che collega Vienna, Bratislava, Budapest. Oggi Vienna si presta a essere una città che compone contraddittoriamente “nomadicità” e “sedentarietà”: città di passaggio per la sua posizione e città confortevole, con una forte presenza di parchi e giardini urbani, un’efficiente rete infrastrutturale, i suoi servizi individuali e sociali, le sue iniziative culturali e la gestione e l’utilizzo dello spazio pubblico. Come far fronte alla crescita della popolazione e alla conseguente espansione della città, tenendo anche conto dei flussi che l’ambizioso progetto infrastrutturale della nuova Stazione Centrale di Vienna, che è tra le più grandi d’Europa, può organizzare? Punto di partenza è il “Planungskonzept Wien” elaborato negli anni 1958-1961 da Roland Rainer il cui pensiero sulla città di Vienna è fortemente attuale, e altrettanto inaspettata è la vocazione assolutamente sostenibile che lo stesso piano per la ricostruzione palesa. Il piano si propone come strumento valido per far fronte alle future sfide per la città.
Vienna. Futures past
Rakowitz, Gundula
2023-01-01
Abstract
L’editoriale del numero monografico dedicato a Vienna chiarisce il significato del rapporto immediato tra esistenza e trasformazione come unica possibilità di un “futuro passato” in quanto interrelazione tra stratificazioni spazio-temporali differenti. Subitanea, e quasi evidente, è la connessione tra il nome della città – Vienna – e il titolo del noto lavoro di Reinhart Koselleck, “Futuro passato”, così come senza soluzione di continuità è il nesso tra il fare progettuale e ciò che è stato fatto/progettato; tuttavia questa evidenza conserva un senso di sfida. L’incontro tra permanenza e emergenza è conoscenza che apre a nuove vie, dove la via fenomenologica porta a una concezione del progetto architettonico e urbano in cui si incontrano continuamente intenzionalità e “Lebenswelt”. Le trasformazioni attuali hanno portato Vienna ad avviare analisi di scenari futuri e sperimentare metodologie progettuali per redigere un piano di sviluppo della città: “STEP 2025 Urban development Plan Vienna”. Il pensiero progettuale si alimenta della forza produttiva e immaginativa della memoria, intervenendo in un terreno inteso non come suolo passivo bensì come sistema stratificato di segni, rintracciabili e misurabili attraverso un inventario operativo. Con la sua caratteristica di città nodale, nel cuore dell’Europa, Vienna è da sempre uno dei principali punti di contatto nel diaframma est-ovest Europa, grazie anche al Corridoio del Danubio che collega Vienna, Bratislava, Budapest. Oggi Vienna si presta a essere una città che compone contraddittoriamente “nomadicità” e “sedentarietà”: città di passaggio per la sua posizione e città confortevole, con una forte presenza di parchi e giardini urbani, un’efficiente rete infrastrutturale, i suoi servizi individuali e sociali, le sue iniziative culturali e la gestione e l’utilizzo dello spazio pubblico. Come far fronte alla crescita della popolazione e alla conseguente espansione della città, tenendo anche conto dei flussi che l’ambizioso progetto infrastrutturale della nuova Stazione Centrale di Vienna, che è tra le più grandi d’Europa, può organizzare? Punto di partenza è il “Planungskonzept Wien” elaborato negli anni 1958-1961 da Roland Rainer il cui pensiero sulla città di Vienna è fortemente attuale, e altrettanto inaspettata è la vocazione assolutamente sostenibile che lo stesso piano per la ricostruzione palesa. Il piano si propone come strumento valido per far fronte alle future sfide per la città.File | Dimensione | Formato | |
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