Il contributo intende esplorare alcune esperienze progettuali e didattiche caratterizzate da un approccio metodologico sperimentale, capace di favorire inclusione, coinvolgimento e in grado di rivolgersi anche a un pubblico di non addetti ai lavori, promuovendo le istanze proprie della didattica innovativa. Si tratta di un format collaborativo per la modellizzazione di un metodo di insegnamento ludico-interattivo volto alla realizzazione di oggetti-spazi-sistemi in digital fabrication sviluppato dal gruppo di ricerca Design for Hospitable City (DHoC) del Politecnico di Milano e dall’associazione culturale La Repubblica del Design, attiva nella rigenerazione del distretto urbano milanese di Bovisa-Dergano-Lancetti. Le esperienze qui illustrate sono accomunate da una struttura metodologica e da obiettivi simili, pur perseguiti con studenti di classi di età molto differenti e su ambiti disciplinari disomogenei. Proprio tale eterogeneità di target, di scale e di temi progettuali, paradossalmente, rende il metodo che si propone particolarmente interessante ai fini della presente dissertazione: le costanti che ricorrono in queste esperienze didattiche rappresentano degli elementi di attenzione per chi si occupa di nuovi modelli educativi, di promozione della cultura del design come motore per immaginare la scuola del futuro e come linguaggio preferenziale per dialogare con la next generation, coinvolgendola in percorsi didattici innovativi e contrastando il cosiddetto fenomeno NEET (Not [engaged] in Education, Employment or Training). Nello specifico, i vari casi analizzati intendono porsi come esempi di apertura della scuola al territorio, in una pluralità di contesti ambientali e sociali che presentano fragilità e opportunità peculiari.

Playing and making: esperienze di didattica innovativa per una cultura del design inclusiva e sperimentale

Davide Crippa;
2023-01-01

Abstract

Il contributo intende esplorare alcune esperienze progettuali e didattiche caratterizzate da un approccio metodologico sperimentale, capace di favorire inclusione, coinvolgimento e in grado di rivolgersi anche a un pubblico di non addetti ai lavori, promuovendo le istanze proprie della didattica innovativa. Si tratta di un format collaborativo per la modellizzazione di un metodo di insegnamento ludico-interattivo volto alla realizzazione di oggetti-spazi-sistemi in digital fabrication sviluppato dal gruppo di ricerca Design for Hospitable City (DHoC) del Politecnico di Milano e dall’associazione culturale La Repubblica del Design, attiva nella rigenerazione del distretto urbano milanese di Bovisa-Dergano-Lancetti. Le esperienze qui illustrate sono accomunate da una struttura metodologica e da obiettivi simili, pur perseguiti con studenti di classi di età molto differenti e su ambiti disciplinari disomogenei. Proprio tale eterogeneità di target, di scale e di temi progettuali, paradossalmente, rende il metodo che si propone particolarmente interessante ai fini della presente dissertazione: le costanti che ricorrono in queste esperienze didattiche rappresentano degli elementi di attenzione per chi si occupa di nuovi modelli educativi, di promozione della cultura del design come motore per immaginare la scuola del futuro e come linguaggio preferenziale per dialogare con la next generation, coinvolgendola in percorsi didattici innovativi e contrastando il cosiddetto fenomeno NEET (Not [engaged] in Education, Employment or Training). Nello specifico, i vari casi analizzati intendono porsi come esempi di apertura della scuola al territorio, in una pluralità di contesti ambientali e sociali che presentano fragilità e opportunità peculiari.
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