Considerata fino a poco tempo fa il relitto inerte di un mondo in via di estinzione, la pratica della transumanza viene oggi rivalutata non solo per il suo valore sociale e culturale, ma anche come fattore di conservazione del paesaggio rurale e dell’agroecosistema. Fino a che punto questo nuovo ruolo è effettivamente riconosciuto socialmente dagli attori territoriali, condiviso da chi lo pratica, compreso e introiettato dalle politiche territoriali e paesaggistiche? Quali ostacoli sociali e istituzionali incontra questo riconoscimento nella prassi? Per rispondere a queste domande sembra necessario adottare una scala di osservazione sufficientemente ravvicinata e confrontare le voci di diversi attori. È quello che abbiamo provato a fare in questo scritto, focalizzando l’attenzione in un’area del Paese, il Nord-Est, dove questa pratica conserva una certa vitalità e dove la varietà dei paesaggi e le criticità territoriali favoriscono un’osservazione della varietà dello spazio relazionale della transumanza. L’indagine muove dai primi risultati del progetto TRANSFARM, in cui gli autori sono stati coinvolti negli scorsi anni.-----Transhumance and landscape conservation in Northeastern Italy. An open question – With Apparent relic of a world close to extinction, the practice of transhumance is today reconsidered because of both its own important cultural heritage, and the role played in landscape management. While roaming and crossing complex landscapes as those of mountains and lowlands, animals and shepherds become actors of micro-processes of maintenance and regeneration, creating relationships between rural and urban systems. But this role is far from being socially recognized everywhere, and often transhumance practitioners are left alone, or even obstructed, by political and administrative structures. Starting from the results gathered during the Erasmus+ project TRANSFARM, employing field research, mapping and policy analysis, this article focuses on the constantly changing relational space of the North-Eastern regions of Italy: in this complex context the practice of transhumance and its issues become an opportunity for highlighting the deep inter-connection between mountains and lowlands and a still scarce consideration of the importance of transhumance in landscape management among herders, administrations and planning practice.

Transumanza e conservazione del paesaggio nel Nord-est italiano. Una questione aperta

Ferrario, Viviana
;
Rossi, Leonardo;Fabbrizioli, Marianna
2023-01-01

Abstract

Considerata fino a poco tempo fa il relitto inerte di un mondo in via di estinzione, la pratica della transumanza viene oggi rivalutata non solo per il suo valore sociale e culturale, ma anche come fattore di conservazione del paesaggio rurale e dell’agroecosistema. Fino a che punto questo nuovo ruolo è effettivamente riconosciuto socialmente dagli attori territoriali, condiviso da chi lo pratica, compreso e introiettato dalle politiche territoriali e paesaggistiche? Quali ostacoli sociali e istituzionali incontra questo riconoscimento nella prassi? Per rispondere a queste domande sembra necessario adottare una scala di osservazione sufficientemente ravvicinata e confrontare le voci di diversi attori. È quello che abbiamo provato a fare in questo scritto, focalizzando l’attenzione in un’area del Paese, il Nord-Est, dove questa pratica conserva una certa vitalità e dove la varietà dei paesaggi e le criticità territoriali favoriscono un’osservazione della varietà dello spazio relazionale della transumanza. L’indagine muove dai primi risultati del progetto TRANSFARM, in cui gli autori sono stati coinvolti negli scorsi anni.-----Transhumance and landscape conservation in Northeastern Italy. An open question – With Apparent relic of a world close to extinction, the practice of transhumance is today reconsidered because of both its own important cultural heritage, and the role played in landscape management. While roaming and crossing complex landscapes as those of mountains and lowlands, animals and shepherds become actors of micro-processes of maintenance and regeneration, creating relationships between rural and urban systems. But this role is far from being socially recognized everywhere, and often transhumance practitioners are left alone, or even obstructed, by political and administrative structures. Starting from the results gathered during the Erasmus+ project TRANSFARM, employing field research, mapping and policy analysis, this article focuses on the constantly changing relational space of the North-Eastern regions of Italy: in this complex context the practice of transhumance and its issues become an opportunity for highlighting the deep inter-connection between mountains and lowlands and a still scarce consideration of the importance of transhumance in landscape management among herders, administrations and planning practice.
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