A partire da una analisi su scala mondiale il presente studio ha portato alla prima catalogazione e rilevazione mappale di tutti i muri di confine che dividono il mondo di oggi e, in seconda battuta, ha valutato le ricadute urbano architettoniche legate alla chiusura fisica del confine. La ricerca mette in evidenza una nuova geografia di muri di confine prevalentemente rivolti ad arginare i flussi migratori che, originati da guerre, cambiamenti climatici, povertà etc. costituiscono una delle caratteristiche dimensionalmente più rilevanti del nostro tempo. I muri sono diventati una presenza territorialmente nuova che caratterizza il mondo, dagli Usa ai Balcani, e ad essi si accostano fenomeni urbani, ambientali, culturali inediti che la ricerca studia nelle loro differenze e nelle loro similitudini. È esattamente la descrizione puntuale di questa nuova geografia di confini fortificati che, attraverso un confronto e un ridisegno in scala, invita a valutare criticamente i fenomeni urbani, architettonici legati alla chiusura fisica del confine da cui viene una nuova territorialità che genera mutamenti da cui non ci si può esimere dal valutare. In particolare, la ricerca, che ha inizio dai molti confronti rilevati nei nuovi fenomeni abitativi che si infrangono a ridosso dei muri, svela nuovi varchi, visivi o fisici, legali o clandestini che nel tempo si sedimentano come nuove città dell’attesa che proprio nel muro trovano l’unico loro elemento ordinatore. Un luogo questo in cui i flussi migratori si arenano che in alcuni casi raggiunge una materialità che si potrebbe definire Proto-urbana dove la scena abitativa, se così si può chiamare, mostra l’immagine dell’estrema precarietà.
Ripercussioni territoriali date dalla fortificazione dei confini
Dalzero, Silvia
2024-01-01
Abstract
A partire da una analisi su scala mondiale il presente studio ha portato alla prima catalogazione e rilevazione mappale di tutti i muri di confine che dividono il mondo di oggi e, in seconda battuta, ha valutato le ricadute urbano architettoniche legate alla chiusura fisica del confine. La ricerca mette in evidenza una nuova geografia di muri di confine prevalentemente rivolti ad arginare i flussi migratori che, originati da guerre, cambiamenti climatici, povertà etc. costituiscono una delle caratteristiche dimensionalmente più rilevanti del nostro tempo. I muri sono diventati una presenza territorialmente nuova che caratterizza il mondo, dagli Usa ai Balcani, e ad essi si accostano fenomeni urbani, ambientali, culturali inediti che la ricerca studia nelle loro differenze e nelle loro similitudini. È esattamente la descrizione puntuale di questa nuova geografia di confini fortificati che, attraverso un confronto e un ridisegno in scala, invita a valutare criticamente i fenomeni urbani, architettonici legati alla chiusura fisica del confine da cui viene una nuova territorialità che genera mutamenti da cui non ci si può esimere dal valutare. In particolare, la ricerca, che ha inizio dai molti confronti rilevati nei nuovi fenomeni abitativi che si infrangono a ridosso dei muri, svela nuovi varchi, visivi o fisici, legali o clandestini che nel tempo si sedimentano come nuove città dell’attesa che proprio nel muro trovano l’unico loro elemento ordinatore. Un luogo questo in cui i flussi migratori si arenano che in alcuni casi raggiunge una materialità che si potrebbe definire Proto-urbana dove la scena abitativa, se così si può chiamare, mostra l’immagine dell’estrema precarietà.File | Dimensione | Formato | |
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