IT_Nell'immaginario degli architetti, Roma rappresenta, dopo Atene, il deposito per eccellenza dell'architettura classica. La vasta presenza di rovine e di edifici antichi - così come il riutilizzo di spolia in edifici successivi ha costituito un campo di studio privilegiato per architetti e restauratori, oltre che per gli storici dell'architettura. La conoscenza dell'architettura romana attraverso l'esercizio del rilievo è la base di cui ogni architetto si è scientificamente dotato fin dal Rinascimento. Potrebbe quindi sorprendere che Paul Marie Letarouilly abbia dedicato trent'anni di rilievi e ricostruzioni di edifici all'architettura romana del Rinascimento, piuttosto che all'architettura classica. Oppure, al contrario, si potrebbe riconsiderare l'importanza del suo contributo essenziale e i suoi limiti storici dal punto di vista dei fondamenti del progetto moderno, condizione che solleva immediatamente una questione metodologica. L'interesse della poderosa opera dal titolo programmatico “Les Édifices de Rome moderne” è rappresentato dal suo essere una raccolta selettiva e metodologicamente orientata dell'architettura rinascimentale romana. Il principio ideologico della rifondazione dimostrativa dell'architettura classica sulla base dell'eredità del Rinascimento romano, si fonda sulla riorganizzazione sintetica dei materiali dell'antichità in una nuova dimensione disciplinare. Letarouilly non si limita alla raccolta di casi di studio per dare forma a un esercizio puramente evocativo o descrittivo della modernità dell'antico. Interpellando ordine, razionalità ed eleganza visiva, “Les Édifices de Rome moderne” è un’opera che rappresenta l'esito di una ricerca semantica che sposta il puro dato visivo sul piano dell'astrazione basata sulla sintesi della forma, riflettendo la profondità della dimensione concettuale della teoria architettonica inaugurata in Francia nel secolo precedente. L'opera nel suo complesso riorganizza l'eredità dell'architettura romana del Rinascimento, trasponendo la memoria del classico su un nuovo piano semantico. Rimodellando, ridisegnando e ordinando i casi studio in una raccolta originale, Letarouilly li rende riutilizzabili sul tavolo da disegno degli architetti, influenzando così le successive generazioni di progettisti, fatto testimoniato dalla notevole diffusione dell'opera in Europa e soprattutto negli Stati Uniti. In termini di rappresentazione, l’elaborazione di un sistema segnico “purificato” e per sua natura pedagogicamente trasferibile è al centro dell'operazione programmaticamente critica proposta da Letarouilly che va oltre l'oggetto tecnico del rilievo degli edifici esistenti. L'adozione sistematica del tracciato grafico a pura linea dimostra che Letarouilly ha affidato al disegno il ruolo di metodologia di scrittura sintetica con cui rappresentare l'essenza dei valori semantici specifici necessari a codificare un nuovo tipo di testo architettonico: la rinascita del classico nella modernità. Questa “idea” di ricollegarsi al classico attraverso il Rinascimento, attraverso le relazioni tra progettare, costruire e utilizzare, riflette le dimensioni del necessario e del simbolico. Così “Édifices de Rome moderne” dimostra che l'astrazione insita nel progetto della “pura linea” come mezzo per reinterpretare il classico nell'architettura rinascimentale corrisponde a un'“idea” che, in quanto “forma nell'intelletto”, ha cessato di coincidere con il reale. EN_In the imagination of architects, Rome represents, after Athens, the repository par excellence of classical architecture. The vast presence of ruins and ancient buildings - as well as the reuse of spolia in later buildings has constituted a privileged field of study for architects and restorers, as well as for architectural historians. The knowledge of Roman architecture through the exercise of surveying is the basis that every architect has been scientifically equipped with since the Renaissance. It might therefore come as a surprise that Paul Marie Letarouilly devoted thirty years of surveying and reconstructing buildings to Roman Renaissance architecture, rather than to classical architecture. Or, on the contrary, one might reconsider the importance of his essential contribution and its historical limitations from the point of view of the foundations of modern design, which immediately raises a methodological question. The interest of the mighty work with the programmatic title ‘Les Édifices de Rome moderne’ lies in its being a selective and methodologically oriented collection of Roman Renaissance architecture. The ideological principle of the demonstrative refoundation of classical architecture on the basis of the legacy of the Roman Renaissance is based on the synthetic reorganisation of the materials of antiquity in a new disciplinary dimension. Letarouilly does not limit himself to collecting case studies in order to shape a purely evocative or descriptive exercise in the modernity of antiquity. Interplaying order, rationality and visual elegance, ‘Les Édifices de Rome moderne’ is a work that represents the outcome of a semantic research that shifts the purely visual datum onto the plane of abstraction based on the synthesis of form, reflecting the depth of the conceptual dimension of architectural theory inaugurated in France in the previous century. The work as a whole reorganises the legacy of Roman Renaissance architecture, transposing the memory of the classic onto a new semantic plane. By remodelling, redrawing and ordering the case studies in an original collection, Letarouilly makes them reusable on the drawing board of architects, thus influencing subsequent generations of designers, a fact witnessed by the work's remarkable dissemination in Europe and especially in the United States. In terms of representation, the elaboration of a ‘purified’ and by its nature pedagogically transferable sign system is at the heart of the programmatically critical operation proposed by Letarouilly that goes beyond the technical object of surveying existing buildings. The systematic adoption of the pure-line graphic layout demonstrates that Letarouilly has entrusted drawing with the role of a synthetic writing methodology with which to represent the essence of the specific semantic values necessary to codify a new type of architectural text: the rebirth of the classical in modernity. This ‘idea’ of reconnecting with the classical through the Renaissance, through the relationships between designing, building and using, reflects the dimensions of the necessary and the symbolic. Thus ‘Édifices de Rome moderne’ demonstrates that the abstraction inherent in the design of the ‘pure line’ as a means of reinterpreting the classical in Renaissance architecture corresponds to an ‘idea’ that, as ‘form in the intellect’, has ceased to coincide with the real.

Tre anelli. Paul Marie Letarouilly, Les Édifices de Rome Moderne (1831-1870)

Morpurgo, Guido Mario
2024-01-01

Abstract

IT_Nell'immaginario degli architetti, Roma rappresenta, dopo Atene, il deposito per eccellenza dell'architettura classica. La vasta presenza di rovine e di edifici antichi - così come il riutilizzo di spolia in edifici successivi ha costituito un campo di studio privilegiato per architetti e restauratori, oltre che per gli storici dell'architettura. La conoscenza dell'architettura romana attraverso l'esercizio del rilievo è la base di cui ogni architetto si è scientificamente dotato fin dal Rinascimento. Potrebbe quindi sorprendere che Paul Marie Letarouilly abbia dedicato trent'anni di rilievi e ricostruzioni di edifici all'architettura romana del Rinascimento, piuttosto che all'architettura classica. Oppure, al contrario, si potrebbe riconsiderare l'importanza del suo contributo essenziale e i suoi limiti storici dal punto di vista dei fondamenti del progetto moderno, condizione che solleva immediatamente una questione metodologica. L'interesse della poderosa opera dal titolo programmatico “Les Édifices de Rome moderne” è rappresentato dal suo essere una raccolta selettiva e metodologicamente orientata dell'architettura rinascimentale romana. Il principio ideologico della rifondazione dimostrativa dell'architettura classica sulla base dell'eredità del Rinascimento romano, si fonda sulla riorganizzazione sintetica dei materiali dell'antichità in una nuova dimensione disciplinare. Letarouilly non si limita alla raccolta di casi di studio per dare forma a un esercizio puramente evocativo o descrittivo della modernità dell'antico. Interpellando ordine, razionalità ed eleganza visiva, “Les Édifices de Rome moderne” è un’opera che rappresenta l'esito di una ricerca semantica che sposta il puro dato visivo sul piano dell'astrazione basata sulla sintesi della forma, riflettendo la profondità della dimensione concettuale della teoria architettonica inaugurata in Francia nel secolo precedente. L'opera nel suo complesso riorganizza l'eredità dell'architettura romana del Rinascimento, trasponendo la memoria del classico su un nuovo piano semantico. Rimodellando, ridisegnando e ordinando i casi studio in una raccolta originale, Letarouilly li rende riutilizzabili sul tavolo da disegno degli architetti, influenzando così le successive generazioni di progettisti, fatto testimoniato dalla notevole diffusione dell'opera in Europa e soprattutto negli Stati Uniti. In termini di rappresentazione, l’elaborazione di un sistema segnico “purificato” e per sua natura pedagogicamente trasferibile è al centro dell'operazione programmaticamente critica proposta da Letarouilly che va oltre l'oggetto tecnico del rilievo degli edifici esistenti. L'adozione sistematica del tracciato grafico a pura linea dimostra che Letarouilly ha affidato al disegno il ruolo di metodologia di scrittura sintetica con cui rappresentare l'essenza dei valori semantici specifici necessari a codificare un nuovo tipo di testo architettonico: la rinascita del classico nella modernità. Questa “idea” di ricollegarsi al classico attraverso il Rinascimento, attraverso le relazioni tra progettare, costruire e utilizzare, riflette le dimensioni del necessario e del simbolico. Così “Édifices de Rome moderne” dimostra che l'astrazione insita nel progetto della “pura linea” come mezzo per reinterpretare il classico nell'architettura rinascimentale corrisponde a un'“idea” che, in quanto “forma nell'intelletto”, ha cessato di coincidere con il reale. EN_In the imagination of architects, Rome represents, after Athens, the repository par excellence of classical architecture. The vast presence of ruins and ancient buildings - as well as the reuse of spolia in later buildings has constituted a privileged field of study for architects and restorers, as well as for architectural historians. The knowledge of Roman architecture through the exercise of surveying is the basis that every architect has been scientifically equipped with since the Renaissance. It might therefore come as a surprise that Paul Marie Letarouilly devoted thirty years of surveying and reconstructing buildings to Roman Renaissance architecture, rather than to classical architecture. Or, on the contrary, one might reconsider the importance of his essential contribution and its historical limitations from the point of view of the foundations of modern design, which immediately raises a methodological question. The interest of the mighty work with the programmatic title ‘Les Édifices de Rome moderne’ lies in its being a selective and methodologically oriented collection of Roman Renaissance architecture. The ideological principle of the demonstrative refoundation of classical architecture on the basis of the legacy of the Roman Renaissance is based on the synthetic reorganisation of the materials of antiquity in a new disciplinary dimension. Letarouilly does not limit himself to collecting case studies in order to shape a purely evocative or descriptive exercise in the modernity of antiquity. Interplaying order, rationality and visual elegance, ‘Les Édifices de Rome moderne’ is a work that represents the outcome of a semantic research that shifts the purely visual datum onto the plane of abstraction based on the synthesis of form, reflecting the depth of the conceptual dimension of architectural theory inaugurated in France in the previous century. The work as a whole reorganises the legacy of Roman Renaissance architecture, transposing the memory of the classic onto a new semantic plane. By remodelling, redrawing and ordering the case studies in an original collection, Letarouilly makes them reusable on the drawing board of architects, thus influencing subsequent generations of designers, a fact witnessed by the work's remarkable dissemination in Europe and especially in the United States. In terms of representation, the elaboration of a ‘purified’ and by its nature pedagogically transferable sign system is at the heart of the programmatically critical operation proposed by Letarouilly that goes beyond the technical object of surveying existing buildings. The systematic adoption of the pure-line graphic layout demonstrates that Letarouilly has entrusted drawing with the role of a synthetic writing methodology with which to represent the essence of the specific semantic values necessary to codify a new type of architectural text: the rebirth of the classical in modernity. This ‘idea’ of reconnecting with the classical through the Renaissance, through the relationships between designing, building and using, reflects the dimensions of the necessary and the symbolic. Thus ‘Édifices de Rome moderne’ demonstrates that the abstraction inherent in the design of the ‘pure line’ as a means of reinterpreting the classical in Renaissance architecture corresponds to an ‘idea’ that, as ‘form in the intellect’, has ceased to coincide with the real.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/347749
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