Il progetto nasce dal desiderio di contribuire agli studi sulla spettacolarizzazione della relazione umano-animale nel teatro attraverso la figura del performance bug. Il “bug” si riferisce all’errore di sistema del software causato dall’ingresso di un elemento estraneo, così definito dal ritrovamento di una falena incastrata nei circuiti di un computer da parte di un gruppo di informatici pionieri. Il termine si riferisce inoltre a Bug (1996), spettacolo di Tracy Letts analizzato da Una Chaudhuri nel 2013. A partire dalla concettualizzazione dell’insetto invisibile - inteso come tecnologia di pensiero (Parikka 2010), la studiosa individua in Bug un’attenzione particolare agli elementi non visivi del teatro, specialmente quelli che si relazionano con il linguaggio degli insetti, come il suono e la vibrazione (Bennet 2009). Il performance bug, che a livello teorico sta al confine tra pensiero multispecie e Critical Animal Studies, consiste quindi nell’esperienza di smottamento di una scena a partire dal riconoscimento delle dinamiche di potere. Con la proposta si intende sostenere che l’applicazione di questa figura nella performance artistica produca un riallineamento ecologista ed antispecista della scena performativa, lo stesso potenziale politico della composizione di John Cage, che abbracciava il sistema sonoro, quello ecologico, fino al sistema sociale (Laws 2022). Partendo dai saperi corporei dei neomaterialismi e dei Performance Studies, la ricerca attraversa le fenomenologie della performance multispecie dei primi 20 anni del XXI secolo, con lo scopo di segnare un tracciato della resistenza animale dentro la scena - nella sovversione dei ritmi, delle drammaturgie, delle strutture spaziali, o fuori di essa - nel suo in-compimento che porta a incontro che supera - anticipa o segue - l’evento performativo stesso.
Performance Bug. Gli 'errori animali' nella scena performativa contemporanea
Masini, Teresa
Writing – Original Draft Preparation
2024-01-01
Abstract
Il progetto nasce dal desiderio di contribuire agli studi sulla spettacolarizzazione della relazione umano-animale nel teatro attraverso la figura del performance bug. Il “bug” si riferisce all’errore di sistema del software causato dall’ingresso di un elemento estraneo, così definito dal ritrovamento di una falena incastrata nei circuiti di un computer da parte di un gruppo di informatici pionieri. Il termine si riferisce inoltre a Bug (1996), spettacolo di Tracy Letts analizzato da Una Chaudhuri nel 2013. A partire dalla concettualizzazione dell’insetto invisibile - inteso come tecnologia di pensiero (Parikka 2010), la studiosa individua in Bug un’attenzione particolare agli elementi non visivi del teatro, specialmente quelli che si relazionano con il linguaggio degli insetti, come il suono e la vibrazione (Bennet 2009). Il performance bug, che a livello teorico sta al confine tra pensiero multispecie e Critical Animal Studies, consiste quindi nell’esperienza di smottamento di una scena a partire dal riconoscimento delle dinamiche di potere. Con la proposta si intende sostenere che l’applicazione di questa figura nella performance artistica produca un riallineamento ecologista ed antispecista della scena performativa, lo stesso potenziale politico della composizione di John Cage, che abbracciava il sistema sonoro, quello ecologico, fino al sistema sociale (Laws 2022). Partendo dai saperi corporei dei neomaterialismi e dei Performance Studies, la ricerca attraversa le fenomenologie della performance multispecie dei primi 20 anni del XXI secolo, con lo scopo di segnare un tracciato della resistenza animale dentro la scena - nella sovversione dei ritmi, delle drammaturgie, delle strutture spaziali, o fuori di essa - nel suo in-compimento che porta a incontro che supera - anticipa o segue - l’evento performativo stesso.File | Dimensione | Formato | |
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