Lo studio propone gli esiti progettuali stimolati dalla riflessione sulla valorizzazione delle torri costiere e dei luoghi ad esse contigui che, pur essendo molto significativi dal punto di vista paesaggistico e architettonico, sono oggi in condizione di degrado ed abbandono. La ricerca si muove a partire dalla catalogazione nelle differenti tipologie di torri costiere della Terra d’Otranto proposta nel 1973 da Vittorio Faglia, nella quale si trovano le sette torri della “Serie di Nardò”. Dagli studi e dai rilievi emerge il peculiare scopo per il quale furono costruite: non solo preservare la costa dal nemico proveniente dal mare, ma anche – soprattutto – difendere la produzione agricola dell’entroterra, dimostrando che il territorio neretino, con la sua ricchissima produzione di olio e grano, era considerato la principale fonte di approvvigionamento alimentare del Salento. Esse costituivano una complessa rete di comunicazione e scambio con le masserie fortificate del territorio circostante, divenendone la prima linea difensiva. Oggigiorno questo legame con il territorio è perduto; molte delle torri rimangono inutilizzate e versano in condizioni di degrado avanzato. Alla luce di una proposta di valorizzazione complessiva, le linee di intervento elaborate si concentrano sul recupero di Torre Santa Caterina. Nella proposta presentata, la torre viene adibita a centro di promozione della cultura enogastronomica locale, interpretando questo spazio come un canale comunicativo che ricordi l’antico legame tra l’agricoltura e il sistema delle torri costiere. Da qui l’idea di integrare il progetto di Conservazione del manufatto con l’inserimento di alcuni servizi, tra cui un mercato contadino dove far incontrare direttamente consumatori e produttori, ponendo la torre al centro di un articolato sistema di eventi per la promozione del territorio. Dalla ricerca è emersa l’esiguità di informazioni su queste architetture di avvistamento e l’importanza che il recupero e il restauro dei manufatti sia legato a progetti di sviluppo ecosostenibile della regione.

Difendere la Terra d’Otranto. Le torri di avvistamento della Serie di Nardò - Abstract

Giorgio Danesi
2018-01-01

Abstract

Lo studio propone gli esiti progettuali stimolati dalla riflessione sulla valorizzazione delle torri costiere e dei luoghi ad esse contigui che, pur essendo molto significativi dal punto di vista paesaggistico e architettonico, sono oggi in condizione di degrado ed abbandono. La ricerca si muove a partire dalla catalogazione nelle differenti tipologie di torri costiere della Terra d’Otranto proposta nel 1973 da Vittorio Faglia, nella quale si trovano le sette torri della “Serie di Nardò”. Dagli studi e dai rilievi emerge il peculiare scopo per il quale furono costruite: non solo preservare la costa dal nemico proveniente dal mare, ma anche – soprattutto – difendere la produzione agricola dell’entroterra, dimostrando che il territorio neretino, con la sua ricchissima produzione di olio e grano, era considerato la principale fonte di approvvigionamento alimentare del Salento. Esse costituivano una complessa rete di comunicazione e scambio con le masserie fortificate del territorio circostante, divenendone la prima linea difensiva. Oggigiorno questo legame con il territorio è perduto; molte delle torri rimangono inutilizzate e versano in condizioni di degrado avanzato. Alla luce di una proposta di valorizzazione complessiva, le linee di intervento elaborate si concentrano sul recupero di Torre Santa Caterina. Nella proposta presentata, la torre viene adibita a centro di promozione della cultura enogastronomica locale, interpretando questo spazio come un canale comunicativo che ricordi l’antico legame tra l’agricoltura e il sistema delle torri costiere. Da qui l’idea di integrare il progetto di Conservazione del manufatto con l’inserimento di alcuni servizi, tra cui un mercato contadino dove far incontrare direttamente consumatori e produttori, ponendo la torre al centro di un articolato sistema di eventi per la promozione del territorio. Dalla ricerca è emersa l’esiguità di informazioni su queste architetture di avvistamento e l’importanza che il recupero e il restauro dei manufatti sia legato a progetti di sviluppo ecosostenibile della regione.
2018
978-88-85745-14-8
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