Il contributo approfondisce alcune tematiche condivise dall’Università Iuav di Venezia in due mostre parallele, a Roma e Firenze, organizzate con il Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze in merito all’interpretazione, la misura e la rappresentazione dell’universo all’epoca galile-iana. Dopo secoli di sottomissione ai dogmi della Chiesa cattolica, l’universo aristotelico-tolemaico si rivelò uno spazio sorprendente da esplorare e ridisegnare. Il cosmo non era più una collezione unitaria di stelle fisse e di sfere cristalline su cui giacevano i pianeti, ma un insieme di corpi celesti, in parte sconosciuti. L’orizzonte ottico, che era rimasto immutato per secoli e sembrava rimanerlo per sempre, veniva improvvisamente spostato al di là dei limiti ordinari di visibilità determinando un crollo dei prin-cipi di ordine, armonia e perfezione sui quali si reggeva. Tale rivoluzione cosmologica e antropologica fu sostenuta da una ricerca scientifica costante in cui l’osservazione e l’esplorazione dei cieli furono accompagnate da una rappresentazione grafica supportata da nuovi strumenti ottici\prospettici. Gli scritti galileiani, ma ancora di più i disegni effettuati, svelarono e diffusero una nuova immagine della meccanica celeste. Se fino all’epoca di Galileo l’occhio risultava il solo mezzo per esplorare il cielo, successivamente il cannocchiale lo potenzierà e il disegno diventerà straordinario testimone oculare di questo sguardo aumentato.
Disegni celesti. Le “sensate esperienze” e le “necessarie dimostrazioni” per la conoscenza e la misura dei cieli = Celestial drawings. The “sensible experiences” and “necessary demonstrations” for the measurement and knowledge of the heavens.
Liva, Gabriella
2024-01-01
Abstract
Il contributo approfondisce alcune tematiche condivise dall’Università Iuav di Venezia in due mostre parallele, a Roma e Firenze, organizzate con il Museo Galileo - Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze in merito all’interpretazione, la misura e la rappresentazione dell’universo all’epoca galile-iana. Dopo secoli di sottomissione ai dogmi della Chiesa cattolica, l’universo aristotelico-tolemaico si rivelò uno spazio sorprendente da esplorare e ridisegnare. Il cosmo non era più una collezione unitaria di stelle fisse e di sfere cristalline su cui giacevano i pianeti, ma un insieme di corpi celesti, in parte sconosciuti. L’orizzonte ottico, che era rimasto immutato per secoli e sembrava rimanerlo per sempre, veniva improvvisamente spostato al di là dei limiti ordinari di visibilità determinando un crollo dei prin-cipi di ordine, armonia e perfezione sui quali si reggeva. Tale rivoluzione cosmologica e antropologica fu sostenuta da una ricerca scientifica costante in cui l’osservazione e l’esplorazione dei cieli furono accompagnate da una rappresentazione grafica supportata da nuovi strumenti ottici\prospettici. Gli scritti galileiani, ma ancora di più i disegni effettuati, svelarono e diffusero una nuova immagine della meccanica celeste. Se fino all’epoca di Galileo l’occhio risultava il solo mezzo per esplorare il cielo, successivamente il cannocchiale lo potenzierà e il disegno diventerà straordinario testimone oculare di questo sguardo aumentato.File | Dimensione | Formato | |
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