La letteratura sul tema della casa infestata è vastissima e, appunto, infestante ogni tentativo di discorso critico sul tema, ma di seguito si è deciso di analizzare due casi studio celeberrimi, entrati rapidamente, dopo la loro pubblicazione, tra le opere paradigmatiche del genere, anzi capaci di fissare un canone: si tratta de Il giro di vite (1898) di Henry James e de L’incubo di Hill House (1959) di Shirley Jackson, opere caratterizzate da due differenti tipologie nel processo di insediamento spettrale. Nel primo caso, la casa descritta da James diventa infestata dopo alcuni fatti esecrandi e luttuosi, perpetrati da esseri viventi, ormai ridotti a fantasmi, che tornano per completare la loro opera di corruzione su due minori. Nel secondo caso, quello narrato da Shirley Jackson, la casa è maledetta dalla sua fondazione: l’architetto che ne delineò spigoli e solai, mura e torrioni, tetti e verande operò fin dall’inizio della sua costruzione seguendo una pianificazione strutturale maligna, di cui è impossibile liberarsi. Il primo caso, come vedremo, ammette un atto esorcistico di liberazione del sito, mentre il secondo è condannato alla perdizione eterna, le sue fondamenta essendo state allocate nell’essenza più profonda del male11: entrambe però impongono il sacrifico di un vivente.

Regime scopico spettrale: spazio architettonico e percezioni fantasmatiche in Henry James e Shirley Jackson

Agostino De Rosa
2025-01-01

Abstract

La letteratura sul tema della casa infestata è vastissima e, appunto, infestante ogni tentativo di discorso critico sul tema, ma di seguito si è deciso di analizzare due casi studio celeberrimi, entrati rapidamente, dopo la loro pubblicazione, tra le opere paradigmatiche del genere, anzi capaci di fissare un canone: si tratta de Il giro di vite (1898) di Henry James e de L’incubo di Hill House (1959) di Shirley Jackson, opere caratterizzate da due differenti tipologie nel processo di insediamento spettrale. Nel primo caso, la casa descritta da James diventa infestata dopo alcuni fatti esecrandi e luttuosi, perpetrati da esseri viventi, ormai ridotti a fantasmi, che tornano per completare la loro opera di corruzione su due minori. Nel secondo caso, quello narrato da Shirley Jackson, la casa è maledetta dalla sua fondazione: l’architetto che ne delineò spigoli e solai, mura e torrioni, tetti e verande operò fin dall’inizio della sua costruzione seguendo una pianificazione strutturale maligna, di cui è impossibile liberarsi. Il primo caso, come vedremo, ammette un atto esorcistico di liberazione del sito, mentre il secondo è condannato alla perdizione eterna, le sue fondamenta essendo state allocate nell’essenza più profonda del male11: entrambe però impongono il sacrifico di un vivente.
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