Il paper esplora le sperimentazioni di rigenerazione urbana dal basso che si sono moltiplicate negli ultimi anni all’Arcella, il quartiere più densamente popolato e più multietnico di Padova. La stigmatizzazione socio spaziale di cui è da sempre oggetto ha alimentato un crescente attivismo da parte della società civile che si è organizzata in associazioni e gruppi informali per costruire contronarrazioni sul proprio quartiere e affermare le potenzialità della superdiversità che lo caratterizza, ma anche per affrontare conflitti e criticità del vivere insieme nelle differenze, con interventi spazializzati. Una mobilitazione che, puntando al rafforzamento della coesione sociale e al riscatto, sta anche alimentando un crescente senso di appartenenza al quartiere e una identità centrata sulle diversità. Permangono molti nodi irrisolti e spazi contesi, in particolare nella parte ovest della prima Arcella che offre spunti interessanti per riflettere sul bisogno di spazi espresso da popolazioni plurali e sulle azioni messe in atto da attori diversi per rispondere a tali necessità e intervenire sui conflitti che sorgono intorno a questi luoghi. Sia questi nodi, sia l’azione dal basso (e la sua capacità di trovare sponda nel Pubblico) che altrove ha saputo innescare processi di rigenerazione, costituiscono un laboratorio didattico per eccellenza dove le autrici fanno sperimentare sul campo ai propri studenti le sfide che l’azione urbanistica si trova ad affrontare in contesti urbani sempre più complessi e sfidanti.
Spazi di conflitto come occasione multiculturale: il caso dell’ansa Borgomagno nel quartiere Arcella di Padova
Marconi, Giovanna;Albanese, Flavia
2023-01-01
Abstract
Il paper esplora le sperimentazioni di rigenerazione urbana dal basso che si sono moltiplicate negli ultimi anni all’Arcella, il quartiere più densamente popolato e più multietnico di Padova. La stigmatizzazione socio spaziale di cui è da sempre oggetto ha alimentato un crescente attivismo da parte della società civile che si è organizzata in associazioni e gruppi informali per costruire contronarrazioni sul proprio quartiere e affermare le potenzialità della superdiversità che lo caratterizza, ma anche per affrontare conflitti e criticità del vivere insieme nelle differenze, con interventi spazializzati. Una mobilitazione che, puntando al rafforzamento della coesione sociale e al riscatto, sta anche alimentando un crescente senso di appartenenza al quartiere e una identità centrata sulle diversità. Permangono molti nodi irrisolti e spazi contesi, in particolare nella parte ovest della prima Arcella che offre spunti interessanti per riflettere sul bisogno di spazi espresso da popolazioni plurali e sulle azioni messe in atto da attori diversi per rispondere a tali necessità e intervenire sui conflitti che sorgono intorno a questi luoghi. Sia questi nodi, sia l’azione dal basso (e la sua capacità di trovare sponda nel Pubblico) che altrove ha saputo innescare processi di rigenerazione, costituiscono un laboratorio didattico per eccellenza dove le autrici fanno sperimentare sul campo ai propri studenti le sfide che l’azione urbanistica si trova ad affrontare in contesti urbani sempre più complessi e sfidanti.File | Dimensione | Formato | |
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