Il contributo esplora il tema della rilettura del paesaggio, inteso come espressione patrimoniale e processuale, attraverso ecopublica, un dispositivo concettuale a intensità variabile, che mette a sistema le reti verdi-blu sia con le infrastrutture della città pubblica che con le reti legate al Terzo settore. Nel contesto del Nord-Est adriatico ecopublica si propone di esplorare le eredità che compongono il paesaggio che sono al contempo risorsa e patrimonio comune. Posto un valore collettivo del paesaggio, ecopublica registra, assieme alle forme fisiche del cambiamento, anche le numerose testimonianze, presenze e rappresentazioni del territorio che, nel tempo lungo e breve, sono state prodotte da soggetti diversi. Tra questi, il Terzo settore ha un ruolo di particolare interesse perché già attivo nelle operazioni di individuazione, tutela e messa a sistema delle risorse ecologiche e per questo sempre più strategico alla luce delle sfide ambientali globali. Esso prende parte alla creazione di nuovi valori paesaggistici attivando reti collaborative con le istituzioni locali e aumentando la capacità di rispondere collettivamente e prevedere le possibili tensioni e conseguenze. Nuove alleanze tra forme sociali e forme dello spazio possono quindi tracciare disegni alternativi della trasformazione territoriale, facendo emergere prototipi eco-pubblici capaci di valorizzare le ecologie come forma complessa di interrelazione tra pubblico e privato, come accade nel caso dei Boschi di Muzzana. Ecopublica discute l’interpretazione del patrimonio come paesaggio in ottica processuale e non solo progettuale, riaffermando il carattere dinamico del paesaggio dove le trasformazioni si intrecciano con i ritmi e le esigenze delle nature e delle comunità che lo abitano.

Ecopublica. Operare il cambiamento all’interno del paesaggio in trasformazione.

Michela Pace
;
Elisa Scattolin
;
Luca Velo
In corso di stampa

Abstract

Il contributo esplora il tema della rilettura del paesaggio, inteso come espressione patrimoniale e processuale, attraverso ecopublica, un dispositivo concettuale a intensità variabile, che mette a sistema le reti verdi-blu sia con le infrastrutture della città pubblica che con le reti legate al Terzo settore. Nel contesto del Nord-Est adriatico ecopublica si propone di esplorare le eredità che compongono il paesaggio che sono al contempo risorsa e patrimonio comune. Posto un valore collettivo del paesaggio, ecopublica registra, assieme alle forme fisiche del cambiamento, anche le numerose testimonianze, presenze e rappresentazioni del territorio che, nel tempo lungo e breve, sono state prodotte da soggetti diversi. Tra questi, il Terzo settore ha un ruolo di particolare interesse perché già attivo nelle operazioni di individuazione, tutela e messa a sistema delle risorse ecologiche e per questo sempre più strategico alla luce delle sfide ambientali globali. Esso prende parte alla creazione di nuovi valori paesaggistici attivando reti collaborative con le istituzioni locali e aumentando la capacità di rispondere collettivamente e prevedere le possibili tensioni e conseguenze. Nuove alleanze tra forme sociali e forme dello spazio possono quindi tracciare disegni alternativi della trasformazione territoriale, facendo emergere prototipi eco-pubblici capaci di valorizzare le ecologie come forma complessa di interrelazione tra pubblico e privato, come accade nel caso dei Boschi di Muzzana. Ecopublica discute l’interpretazione del patrimonio come paesaggio in ottica processuale e non solo progettuale, riaffermando il carattere dinamico del paesaggio dove le trasformazioni si intrecciano con i ritmi e le esigenze delle nature e delle comunità che lo abitano.
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