I rifugi in alta quota raccontano i tempi e i modi con i quali l’uomo ha conosciuto le Alpi. Nati come ripari, oggi compongono una rete di presidi sviluppatasi sui rilievi nel tempo, riflettendo le mutazioni socioeconomiche della storia. L’attuale contesto climatico e il crescente grado di fruizione mettono però in discussione la presenza e il ruolo di queste strutture in un contesto di fragilità come quello di alta montagna. Ipotizzare scenari futuri per le costruzioni in quota richiede una conoscenza approfondita sulla loro evoluzione e sul loro rapporto con il territorio. Ricostruzioni georiferite, diagrammi e strumenti interpretativi diventano il supporto principale al processo di analisi delle aree montane per comprendere lo sviluppo della rete di presidi nel tempo, interpretandone le dinamiche di fruizione e la relazione con il clima. A partire dalla creazione di un dataset inedito di 914 rifugi alpini italiani oltre i 1500 m s.l.m., individuati attraverso lo studio della letteratura, e dall’elaborazione dei relativi dati geografici, altimetrici, temporali e ricettivi raccolti, il contributo illustra l’evoluzione del rapporto tra uomo e montagna mediante l’utilizzo di rappresentazioni analitiche e interpretative. Connettendo queste informazioni con quelle climatiche e di rischio geo-idrologico, l’indagine propone un metodo per costruire un quadro conoscitivo utile a prefigurare scenari futuri. L’intersezione tra informazioni di tipo climatico, geo-idrologico e architettonico consente di esaminare il territorio alpino in un modo trasversale a più ambiti, utile a valutare la presenza e il ruolo dei rifugi e a evidenziare come, in futuro, la rete dei presidi d’alta quota potrà giocare un ruolo fondamentale nelle strategie di gestione sostenibile dei territori montani.
Interpretare il territorio alpino nel tempo attraverso la rete dei presidi d’alta quota
Elisa Bernard
;Massimiliano Condotta;Elisa Zatta
2025-01-01
Abstract
I rifugi in alta quota raccontano i tempi e i modi con i quali l’uomo ha conosciuto le Alpi. Nati come ripari, oggi compongono una rete di presidi sviluppatasi sui rilievi nel tempo, riflettendo le mutazioni socioeconomiche della storia. L’attuale contesto climatico e il crescente grado di fruizione mettono però in discussione la presenza e il ruolo di queste strutture in un contesto di fragilità come quello di alta montagna. Ipotizzare scenari futuri per le costruzioni in quota richiede una conoscenza approfondita sulla loro evoluzione e sul loro rapporto con il territorio. Ricostruzioni georiferite, diagrammi e strumenti interpretativi diventano il supporto principale al processo di analisi delle aree montane per comprendere lo sviluppo della rete di presidi nel tempo, interpretandone le dinamiche di fruizione e la relazione con il clima. A partire dalla creazione di un dataset inedito di 914 rifugi alpini italiani oltre i 1500 m s.l.m., individuati attraverso lo studio della letteratura, e dall’elaborazione dei relativi dati geografici, altimetrici, temporali e ricettivi raccolti, il contributo illustra l’evoluzione del rapporto tra uomo e montagna mediante l’utilizzo di rappresentazioni analitiche e interpretative. Connettendo queste informazioni con quelle climatiche e di rischio geo-idrologico, l’indagine propone un metodo per costruire un quadro conoscitivo utile a prefigurare scenari futuri. L’intersezione tra informazioni di tipo climatico, geo-idrologico e architettonico consente di esaminare il territorio alpino in un modo trasversale a più ambiti, utile a valutare la presenza e il ruolo dei rifugi e a evidenziare come, in futuro, la rete dei presidi d’alta quota potrà giocare un ruolo fondamentale nelle strategie di gestione sostenibile dei territori montani.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.