Gli impatti ambientali prodotti dalle attività produttive sono stati principalmente studiati dal punto di vista delle città e delle attività economiche qui localizzate, spesso tralasciando le aree rurali. In Europa e in Italia, però, alcune aree rurali si caratterizzano oggi per produzioni agricole intensive e altamente specializzate, che forniscono prodotti ad alto valore aggiunto. Questi territori – spesso definiti agroindustriali (Brenner e Katsikis, 2020) – rappresentano a tutti gli effetti aree produttive a carattere industriale, le cui economie richiedono un ampio sfruttamento delle risorse e portano a una pesante perdita di biodiversità. Nei casi di maggior successo economico, le produzioni enogastronomiche sono poi diventate la leva di vere e proprie politiche di sviluppo locale: tale processo di “patrimonializzazione” risulta dall’interazione di una pluralità di attori operanti a livello locale e globale, che selezionano attentamente gli elementi discorsivi attraverso i quali un territorio e le sua “tipicità” vengono comunicati (Tomé, 2021). Pertanto, non solo le produzioni sono diventate negli anni sempre più redditizie, ma hanno sviluppato e supportato un nuovo turismo enogastronomico, con musei ed eventi, itinerari paesaggistici, visite a fattorie e aziende, pernottamenti nei borghi, ecc. Tuttavia, queste strategie di crescita spesso sono generatrici di impatti ambientali e sociali molto rilevanti. Le produzioni agricole intensive, infatti, prestano poca attenzione agli impatti socio-ecologici delle monocolture, così come la specializzazione produttiva esclude piccoli produttori interessati a modelli alternativi (Franco et al., 2022). Il contributo si propone di mettere in evidenza questi tre aspetti – produzione agricola intensiva, patrimonializzazione territoriale, impatti ambientali – avanzando alcune ipotesi per riequilibrare i rapporti tra le questioni economiche, sociali e ambientali nel mondo rurale, evidenziando i rischi del modello di produzione agricola convenzionale, ma anche identificando il potenziale esistente. L’obiettivo è provare a costruire visioni e strategie territoriali innovative in un’ottica di circolarità e sostenibilità, come auspicato anche dall'UE (2021) nella “Visione a lungo termine per le aree rurali dell'UE - Verso aree rurali più forti, connesse, resilienti e prospere entro il 2040”. Lo studio si basa su due casi veneti, dove hanno origine alcuni prodotti agroalimentari “tipici” ed economicamente competitivi: Lusia, dove si producono insalata e una specifica varietà di aglio, e Vittorio Veneto, zona di produzione del vino Prosecco. Questi prodotti sono oggi particolarmente importanti sia sul mercato nazionale che internazionale e i loro territori sono tutelati da specifiche denominazioni di origine. Tuttavia, dopo una grande e deregolamentata espansione delle produzioni agricole (Basso, 2019), entrambi i contesti soffrono oggi di problemi ambientali e di una contrazione socio-economica. I due casi ci aiutano a comprendere come l’agricoltura giochi oggi un ruolo fondamentale sia nella produzione alimentare sia nello sviluppo territoriale, ma i limiti degli attuali modelli invitano a riflettere sulla necessità di una nuova gestione per il rurale
Cibo oltre la crescita. I territori della produzione agraria tra patrimonializzazione e sostenibilità
Basso M.
;De Marchi M.;Lucertini G.
2025-01-01
Abstract
Gli impatti ambientali prodotti dalle attività produttive sono stati principalmente studiati dal punto di vista delle città e delle attività economiche qui localizzate, spesso tralasciando le aree rurali. In Europa e in Italia, però, alcune aree rurali si caratterizzano oggi per produzioni agricole intensive e altamente specializzate, che forniscono prodotti ad alto valore aggiunto. Questi territori – spesso definiti agroindustriali (Brenner e Katsikis, 2020) – rappresentano a tutti gli effetti aree produttive a carattere industriale, le cui economie richiedono un ampio sfruttamento delle risorse e portano a una pesante perdita di biodiversità. Nei casi di maggior successo economico, le produzioni enogastronomiche sono poi diventate la leva di vere e proprie politiche di sviluppo locale: tale processo di “patrimonializzazione” risulta dall’interazione di una pluralità di attori operanti a livello locale e globale, che selezionano attentamente gli elementi discorsivi attraverso i quali un territorio e le sua “tipicità” vengono comunicati (Tomé, 2021). Pertanto, non solo le produzioni sono diventate negli anni sempre più redditizie, ma hanno sviluppato e supportato un nuovo turismo enogastronomico, con musei ed eventi, itinerari paesaggistici, visite a fattorie e aziende, pernottamenti nei borghi, ecc. Tuttavia, queste strategie di crescita spesso sono generatrici di impatti ambientali e sociali molto rilevanti. Le produzioni agricole intensive, infatti, prestano poca attenzione agli impatti socio-ecologici delle monocolture, così come la specializzazione produttiva esclude piccoli produttori interessati a modelli alternativi (Franco et al., 2022). Il contributo si propone di mettere in evidenza questi tre aspetti – produzione agricola intensiva, patrimonializzazione territoriale, impatti ambientali – avanzando alcune ipotesi per riequilibrare i rapporti tra le questioni economiche, sociali e ambientali nel mondo rurale, evidenziando i rischi del modello di produzione agricola convenzionale, ma anche identificando il potenziale esistente. L’obiettivo è provare a costruire visioni e strategie territoriali innovative in un’ottica di circolarità e sostenibilità, come auspicato anche dall'UE (2021) nella “Visione a lungo termine per le aree rurali dell'UE - Verso aree rurali più forti, connesse, resilienti e prospere entro il 2040”. Lo studio si basa su due casi veneti, dove hanno origine alcuni prodotti agroalimentari “tipici” ed economicamente competitivi: Lusia, dove si producono insalata e una specifica varietà di aglio, e Vittorio Veneto, zona di produzione del vino Prosecco. Questi prodotti sono oggi particolarmente importanti sia sul mercato nazionale che internazionale e i loro territori sono tutelati da specifiche denominazioni di origine. Tuttavia, dopo una grande e deregolamentata espansione delle produzioni agricole (Basso, 2019), entrambi i contesti soffrono oggi di problemi ambientali e di una contrazione socio-economica. I due casi ci aiutano a comprendere come l’agricoltura giochi oggi un ruolo fondamentale sia nella produzione alimentare sia nello sviluppo territoriale, ma i limiti degli attuali modelli invitano a riflettere sulla necessità di una nuova gestione per il ruraleI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.