Il tema delle acque interne, e in particolare la declinazione relativa alla navigazione fluviale, rappresenta una chiave di lettura fertile quanto complessa per comprendere e ripensare molte geografie del contemporaneo. Nonostante la presenza di fiumi e canali abbia spesso costituito una condizione storicamente fondamentale per molti insediamenti umani, nel mondo attuale quei sistemi appaiono per lo più marginali e non di rado incongrui rispetto alla vita che si svolge sulla “terraferma”: ampie porzioni di territori rivieraschi col tempo sono divenute aree residuali a cui città e abitati hanno voltato le spalle e contro le quali, piuttosto, sembra sempre più urgente costruire opere di difesa. D’altra parte, la complessità del tema si lega all’impossibilità di delimitare in modo univoco il campo: perché a differenza di altre infrastrutture “a unica funzione” quali strade e ferrovie, sulle vie d’acqua insiste un’inestricabile stratificazione, dove è difficile separare le necessità di comunicazione da altre esigenze legate a regimazione delle acque, bonifiche, irrigazione, sfruttamento dell’energia idraulica. Da questo punto di vista l’Italia nord-orientale rappresenta un caso decisamente significativo dove rileggere le questioni richiamate in un “palinsesto idrografico” tra i più ricchi e complessi d’Europa. Inoltre, affrontare il discorso oggi, quando temi legati a cambiamenti climatici e transizione energetica tendono a spostare le principali sfide per il prossimo futuro, in particolare quelle che hanno a che vedere con l’acqua, su un piano unicamente emergenziale, non significa cercare facili quanto stravaganti soluzioni. Piuttosto si tratta di porre sul tavolo, per poi esplorarle in termini progettuali, diverse opportunità: nell’idea che le stratificazioni di geografia e storia possano ancora offrire lo spunto per un diverso e meno sbilanciato disegno del territorio, ove spazi dell’abitare e vie d’acqua possano tornare a intrattenere un dialogo.

Le vie d’acqua, occasione per nuove/antiche geografie del Nord Italia = Waterways, an Opportunity for New/ Ancient Geographies of Northern Italy

Iorio, Andrea
2025-01-01

Abstract

Il tema delle acque interne, e in particolare la declinazione relativa alla navigazione fluviale, rappresenta una chiave di lettura fertile quanto complessa per comprendere e ripensare molte geografie del contemporaneo. Nonostante la presenza di fiumi e canali abbia spesso costituito una condizione storicamente fondamentale per molti insediamenti umani, nel mondo attuale quei sistemi appaiono per lo più marginali e non di rado incongrui rispetto alla vita che si svolge sulla “terraferma”: ampie porzioni di territori rivieraschi col tempo sono divenute aree residuali a cui città e abitati hanno voltato le spalle e contro le quali, piuttosto, sembra sempre più urgente costruire opere di difesa. D’altra parte, la complessità del tema si lega all’impossibilità di delimitare in modo univoco il campo: perché a differenza di altre infrastrutture “a unica funzione” quali strade e ferrovie, sulle vie d’acqua insiste un’inestricabile stratificazione, dove è difficile separare le necessità di comunicazione da altre esigenze legate a regimazione delle acque, bonifiche, irrigazione, sfruttamento dell’energia idraulica. Da questo punto di vista l’Italia nord-orientale rappresenta un caso decisamente significativo dove rileggere le questioni richiamate in un “palinsesto idrografico” tra i più ricchi e complessi d’Europa. Inoltre, affrontare il discorso oggi, quando temi legati a cambiamenti climatici e transizione energetica tendono a spostare le principali sfide per il prossimo futuro, in particolare quelle che hanno a che vedere con l’acqua, su un piano unicamente emergenziale, non significa cercare facili quanto stravaganti soluzioni. Piuttosto si tratta di porre sul tavolo, per poi esplorarle in termini progettuali, diverse opportunità: nell’idea che le stratificazioni di geografia e storia possano ancora offrire lo spunto per un diverso e meno sbilanciato disegno del territorio, ove spazi dell’abitare e vie d’acqua possano tornare a intrattenere un dialogo.
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