Il corridoio era pieno di fogli di carta, al punto che non si vedeva quasi il pavimento | Di questo spazio non rimane che un fantasma. Un deposito di memorie di cui soltanto il nome rivela la natura | Calle Barozzi, un ritaglio d’aria che abita sia lo spazio reale che quello immaginario | Si affaccia di fronte al Bauer Grünwald Hotel, il cui prospetto moderno sfida la più laboriosa facciata della città | Una lunga successione di stanze cadenza la misura del passo, dissolvendo a poco a poco le tracce del percorso | La razionalità del cemento lascia il posto al prezioso pizzo veneziano. Il Bauer Grünwald Palazzo | Una parte dell'antico edificio convive nel nuovo, introducendo l’estraneità nel quotidiano. Eppure il passaggio tra i due luoghi definisce uno spazio inatteso | Due architetture differenti condividono lo stesso nome e lo stesso sedime | Lo spazio del fantasma | Ciò che una volta è stata Calle Barozzi è ora un corridoio dell’albergo | A Venezia la memoria spaziale di una presenza agisce sulla realtà pur priva di consistenza fisica | Come un terremoto in fondo al mare, che nessuno ha visto, ma che ha lasciato tracce indelebili nelle sue profondità | Una vibrazione si è trasmessa in superficie assumendo alla fine la forma di ciò che si ha davanti agli occhi.
Memorie di un’assenza. Lo spazio del fantasma
Zaupa, Davide;Bersani, Giulia
2024-01-01
Abstract
Il corridoio era pieno di fogli di carta, al punto che non si vedeva quasi il pavimento | Di questo spazio non rimane che un fantasma. Un deposito di memorie di cui soltanto il nome rivela la natura | Calle Barozzi, un ritaglio d’aria che abita sia lo spazio reale che quello immaginario | Si affaccia di fronte al Bauer Grünwald Hotel, il cui prospetto moderno sfida la più laboriosa facciata della città | Una lunga successione di stanze cadenza la misura del passo, dissolvendo a poco a poco le tracce del percorso | La razionalità del cemento lascia il posto al prezioso pizzo veneziano. Il Bauer Grünwald Palazzo | Una parte dell'antico edificio convive nel nuovo, introducendo l’estraneità nel quotidiano. Eppure il passaggio tra i due luoghi definisce uno spazio inatteso | Due architetture differenti condividono lo stesso nome e lo stesso sedime | Lo spazio del fantasma | Ciò che una volta è stata Calle Barozzi è ora un corridoio dell’albergo | A Venezia la memoria spaziale di una presenza agisce sulla realtà pur priva di consistenza fisica | Come un terremoto in fondo al mare, che nessuno ha visto, ma che ha lasciato tracce indelebili nelle sue profondità | Una vibrazione si è trasmessa in superficie assumendo alla fine la forma di ciò che si ha davanti agli occhi.File | Dimensione | Formato | |
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