Attraverso la figura di Eugenia nel racconto Un paio di occhiali di Anna Maria Ortese, il saggio esplora la possibilità che lo sguardo difettoso – la miopia – diventi condizione conoscitiva e progettuale. La realtà della miseria, indicibile nella sua interezza, viene mediata da una visione parziale che, proprio in quanto imprecisa, consente di abitare lo squilibrio senza esserne sopraffatti. L’intervento correttivo degli occhiali, lungi dal restituire una visione rassicurante, rivela una verità insostenibile che obbliga il soggetto a rinegoziare il proprio rapporto con lo spazio. Da qui il ribaltamento: la distorsione non è errore, ma strumento di sopravvivenza, un dispositivo di riscrittura simbolica del reale. Il testo mette così in relazione la miopia con la traiettoria teorica tracciata dalla lettura di Rem Koolhaas del metodo paranoico-critico surrealista, che fa della distorsione una modalità epistemica e progettuale. La verità, nella sua crudezza, paralizza; al contrario, l’inganno consente di costruire un mondo a misura del desiderio, sovvertendo l’ordine del visibile. In questo scenario, la miopia, la bugia, il delirio e la regressione diventano strategie cognitive e spaziali per abitare l’intollerabile.
Bugia
Bersani, Giulia
2024-01-01
Abstract
Attraverso la figura di Eugenia nel racconto Un paio di occhiali di Anna Maria Ortese, il saggio esplora la possibilità che lo sguardo difettoso – la miopia – diventi condizione conoscitiva e progettuale. La realtà della miseria, indicibile nella sua interezza, viene mediata da una visione parziale che, proprio in quanto imprecisa, consente di abitare lo squilibrio senza esserne sopraffatti. L’intervento correttivo degli occhiali, lungi dal restituire una visione rassicurante, rivela una verità insostenibile che obbliga il soggetto a rinegoziare il proprio rapporto con lo spazio. Da qui il ribaltamento: la distorsione non è errore, ma strumento di sopravvivenza, un dispositivo di riscrittura simbolica del reale. Il testo mette così in relazione la miopia con la traiettoria teorica tracciata dalla lettura di Rem Koolhaas del metodo paranoico-critico surrealista, che fa della distorsione una modalità epistemica e progettuale. La verità, nella sua crudezza, paralizza; al contrario, l’inganno consente di costruire un mondo a misura del desiderio, sovvertendo l’ordine del visibile. In questo scenario, la miopia, la bugia, il delirio e la regressione diventano strategie cognitive e spaziali per abitare l’intollerabile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



