Il contributo propone riflessioni su metodologie e pratiche del design per la valorizzazione di patrimoni culturali materiali e immateriali attraverso una selezione di progetti sviluppati dall’area design dell’Università Iuav di Venezia. Le esperienze presentate si inseriscono in contesti territoriali marginali e si caratterizzano per l’attivazione di pratiche collaborative, interdisciplinari e site-specific, avviate grazie a convenzioni di ricerca con enti pubblici e privati. L’osservazione profonda delle comunità locali coinvolte e la raccolta di fonti primarie e secondarie costituiscono il punto di partenza per formulare una rinnovata classificazione dei patrimoni materiali e immateriali rispetto all’usuale interpretazione che li rende marginali e/o emarginati. A partire dalla mappatura delle condizioni specifiche i progetti attivano processi e strategie di valorizzazione nei quali il design assume ruoli differenti attuando pratiche collaborative. I progetti non si esauriscono nella soluzione di specifiche problematiche, ma tendono alla valorizzazione culturale e sociale dei patrimoni e delle comunità. Il design opera come mediatore culturale, attivando strumenti e dispositivi fisici e digitali – archivi interattivi, mostre, eventi partecipativi – volti all’attivazione di dinamiche di rigenerazione della relazione tra patrimonio e le comunità di riferimento. I progetti indagano modelli di trasmissione culturale, accessibilità e sostenibilità per il futuro delle memorie collettive.

Design e patrimoni marginali o emarginati. Design per la salvaguardia e la valorizzazione fisico-digitale

Emanuela Bonini Lessing;Fiorella Bulegato;Alessandra Bosco;Lucilla Calogero
In corso di stampa

Abstract

Il contributo propone riflessioni su metodologie e pratiche del design per la valorizzazione di patrimoni culturali materiali e immateriali attraverso una selezione di progetti sviluppati dall’area design dell’Università Iuav di Venezia. Le esperienze presentate si inseriscono in contesti territoriali marginali e si caratterizzano per l’attivazione di pratiche collaborative, interdisciplinari e site-specific, avviate grazie a convenzioni di ricerca con enti pubblici e privati. L’osservazione profonda delle comunità locali coinvolte e la raccolta di fonti primarie e secondarie costituiscono il punto di partenza per formulare una rinnovata classificazione dei patrimoni materiali e immateriali rispetto all’usuale interpretazione che li rende marginali e/o emarginati. A partire dalla mappatura delle condizioni specifiche i progetti attivano processi e strategie di valorizzazione nei quali il design assume ruoli differenti attuando pratiche collaborative. I progetti non si esauriscono nella soluzione di specifiche problematiche, ma tendono alla valorizzazione culturale e sociale dei patrimoni e delle comunità. Il design opera come mediatore culturale, attivando strumenti e dispositivi fisici e digitali – archivi interattivi, mostre, eventi partecipativi – volti all’attivazione di dinamiche di rigenerazione della relazione tra patrimonio e le comunità di riferimento. I progetti indagano modelli di trasmissione culturale, accessibilità e sostenibilità per il futuro delle memorie collettive.
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