Valeriano Pastor (Trieste 1927 - Venezia 2023) e Michelina Michelotto Pastor (Codroipo-Udine 1929 - Venezia 2023), sono stati allievi della Scuola di Venezia che Giuseppe Samonà costituì nel secondo dopoguerra come riforma dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, dove in seguito Pastor divenne docente e ricoprì importanti ruoli fino alla direzione dell’Istituto. Il saggio analizza il progetto dell’allestimento temporaneo come una delle modalità ‒ sicuramente meno conosciuta ‒ attraverso la quale Pastor, e con lui Michelina Michelotto, ha espresso una capacità rara di prefigurare e realizzare una grande complessità spaziale ma anche un rigore evidente. In particolare, vengono esaminati due allestimenti realizzati nel 1987 per due mostre nella Fondazione Querini Stampalia a Venezia ‒ la mostra I Querini Stampalia. Un ritratto di famiglia nel Settecento veneziano e la mostra Cento vetri. Opere in vetro dal 1951 al 1987 ‒ nell’ambito più generale degli interventi progettati per la sede della Fondazione, facendo seguito a quelli realizzati nel 1963 da Carlo Scarpa, di cui Pastor fu allievo e collaboratore. I progetti per questi allestimenti si confrontano non solo con il tema dell’architettura effimera, ma costituiscono inoltre uno dei passaggi di un metodo progettuale tentativo: la particolare condizione favorisce di sperimentare passi verso la soluzione progettuale più esatta, nella consapevolezza della impossibilità del suo raggiungimento.

Valeriano Pastor e Michelina Michelotto : «L’aria pareva avesse colore» : Due allestimenti per la Fondazione Querini Stampalia

Manzelle, Maura
2025-01-01

Abstract

Valeriano Pastor (Trieste 1927 - Venezia 2023) e Michelina Michelotto Pastor (Codroipo-Udine 1929 - Venezia 2023), sono stati allievi della Scuola di Venezia che Giuseppe Samonà costituì nel secondo dopoguerra come riforma dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, dove in seguito Pastor divenne docente e ricoprì importanti ruoli fino alla direzione dell’Istituto. Il saggio analizza il progetto dell’allestimento temporaneo come una delle modalità ‒ sicuramente meno conosciuta ‒ attraverso la quale Pastor, e con lui Michelina Michelotto, ha espresso una capacità rara di prefigurare e realizzare una grande complessità spaziale ma anche un rigore evidente. In particolare, vengono esaminati due allestimenti realizzati nel 1987 per due mostre nella Fondazione Querini Stampalia a Venezia ‒ la mostra I Querini Stampalia. Un ritratto di famiglia nel Settecento veneziano e la mostra Cento vetri. Opere in vetro dal 1951 al 1987 ‒ nell’ambito più generale degli interventi progettati per la sede della Fondazione, facendo seguito a quelli realizzati nel 1963 da Carlo Scarpa, di cui Pastor fu allievo e collaboratore. I progetti per questi allestimenti si confrontano non solo con il tema dell’architettura effimera, ma costituiscono inoltre uno dei passaggi di un metodo progettuale tentativo: la particolare condizione favorisce di sperimentare passi verso la soluzione progettuale più esatta, nella consapevolezza della impossibilità del suo raggiungimento.
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