Nell’ultimo decennio l’industria creativa della moda è stata attraversata da trasformazioni tali da comportare un significativo ripensamento dei ruoli e delle mansioni delle figure professionali coin- volte. I fashion designer – fondatori di marchi che un tempo portavano il loro nome – sempre più di frequente diventano direttori creativi degli storici colossi del lusso, dove la progettazione è ricondotta a un lavoro curatoriale di attualizzazione delle linee estrapolabili dai materiali provenienti dall’archivio di impresa, atto a conservarne e valorizzarne la brand identity e il patrimonio culturale. Lee Alexander McQueen è stato simultaneamente direttore creativo dell’omonimo marchio (1993- 2010) e di Givenchy (1996-2001), dimostrando di possedere le doti di un visionario che ha assunto la collezione di moda nei termini di un’opera d’arte totale, assistito da una straordinaria conoscenza della modellistica sartoriale e del disegno, nel concepire modelli vestimentari che sono il risultato di complesse geometrie derivate dalla superficie libera del corpo umano. La mancanza di un archivio unitario, dal quale estrapolare i riferimenti capaci di documentare l’intero iter progettuale di McQueen, ha comportato la raccolta di eterogenee fonti testuali e iconografiche disseminate nei musei, nelle biblioteche e nel web. Inoltre, nonostante le difficoltà incontrate nel richiedere l’uso di riproduzioni digitali per finalità di ricerca – a causa di un complesso sistema di licensing dei diritti di proprietà intellettuale, con agenzie che offrono il loro servizio tramite piattafor- me web – si ripercorre l’intera esperienza del creativo, in ricostruzioni 3D che assumono come caso studio la collezione primavera/estate 2010: Plato’s Atlantis. L’èkphrasis qui è riferita al racconto del corpo, al processo di definizione dell’identità personale e del genere. Così, l’autore e l’autrice, afferenti ai settori scientifico disciplinari del Disegno e del Diritto privato comparato, restituiscono l’eredità culturale e i saperi di un maestro da riscoprire e attualizzare.
Rappresentazioni di identità incarnate nell’universo progettuale di Lee Alexander McQueen = Representations of Embodied Identities in the Design Universe of Lee Alexander McQueen
Pasa, Barbara
;Ciammaichella, Massimiliano
2025-01-01
Abstract
Nell’ultimo decennio l’industria creativa della moda è stata attraversata da trasformazioni tali da comportare un significativo ripensamento dei ruoli e delle mansioni delle figure professionali coin- volte. I fashion designer – fondatori di marchi che un tempo portavano il loro nome – sempre più di frequente diventano direttori creativi degli storici colossi del lusso, dove la progettazione è ricondotta a un lavoro curatoriale di attualizzazione delle linee estrapolabili dai materiali provenienti dall’archivio di impresa, atto a conservarne e valorizzarne la brand identity e il patrimonio culturale. Lee Alexander McQueen è stato simultaneamente direttore creativo dell’omonimo marchio (1993- 2010) e di Givenchy (1996-2001), dimostrando di possedere le doti di un visionario che ha assunto la collezione di moda nei termini di un’opera d’arte totale, assistito da una straordinaria conoscenza della modellistica sartoriale e del disegno, nel concepire modelli vestimentari che sono il risultato di complesse geometrie derivate dalla superficie libera del corpo umano. La mancanza di un archivio unitario, dal quale estrapolare i riferimenti capaci di documentare l’intero iter progettuale di McQueen, ha comportato la raccolta di eterogenee fonti testuali e iconografiche disseminate nei musei, nelle biblioteche e nel web. Inoltre, nonostante le difficoltà incontrate nel richiedere l’uso di riproduzioni digitali per finalità di ricerca – a causa di un complesso sistema di licensing dei diritti di proprietà intellettuale, con agenzie che offrono il loro servizio tramite piattafor- me web – si ripercorre l’intera esperienza del creativo, in ricostruzioni 3D che assumono come caso studio la collezione primavera/estate 2010: Plato’s Atlantis. L’èkphrasis qui è riferita al racconto del corpo, al processo di definizione dell’identità personale e del genere. Così, l’autore e l’autrice, afferenti ai settori scientifico disciplinari del Disegno e del Diritto privato comparato, restituiscono l’eredità culturale e i saperi di un maestro da riscoprire e attualizzare.| File | Dimensione | Formato | |
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