All'interno del crescente interesse per il tema dello sviluppo endogeno, un ruolo decisivo viene attribuito alle condizioni di prossimità degli attori (RERU, 1993; Storper, 1997; Gilly, Torre, 2000). Questo convincimento si fonda sull'ipotesi che la vicinanza degli attori concorra a foggiarne le attitudini relazionali, per di più in senso integrativo. Poiché, tuttavia, le modalità attraverso le quali questo processo si realizzerebbe non sono state ancora chiarite in maniera analiticamente soddisfacente, il concetto di prossimità rimane vago, tanto che si dubita della sua rilevanza scientifica. Di conseguenza, anche il processo di formazione del capitale relazionale è destinato a rimanere relativamente oscuro. Il presente contributo si propone, pertanto, di esaminare il nesso intercorrente tra vicinanza degli attori e produzione di capitale relazionale. In proposito, si avanza l'ipotesi che il processo si realizzi mediante la predisposizione, nella pratica sociale, di un dispositivo di natura spaziale, consistente nell'istituzione di un'opportuna organizzazione del territorio. Questa organizzazione sarebbe all'origine di un sistema di vicinanze/lontananze, inclusioni/esclusioni che consente agli attori di effettuare investimenti relazionali e, con ciò, di produrre capitale sociale specifico, a livello locale. L'elemento caratterizzante la prossimità viene pertanto indicato nella condivisione, da parte di un determinato gruppo di attori, di una medesima porzione dello spazio sociale, la quale è definita non secondo un criterio meramente "geometrico", ma su una base topologica.

Le condizioni spaziali per la formazione del capitale sociale. Un’interpretazione topologica della prossimità

CUSINATO, AUGUSTO
2001-01-01

Abstract

All'interno del crescente interesse per il tema dello sviluppo endogeno, un ruolo decisivo viene attribuito alle condizioni di prossimità degli attori (RERU, 1993; Storper, 1997; Gilly, Torre, 2000). Questo convincimento si fonda sull'ipotesi che la vicinanza degli attori concorra a foggiarne le attitudini relazionali, per di più in senso integrativo. Poiché, tuttavia, le modalità attraverso le quali questo processo si realizzerebbe non sono state ancora chiarite in maniera analiticamente soddisfacente, il concetto di prossimità rimane vago, tanto che si dubita della sua rilevanza scientifica. Di conseguenza, anche il processo di formazione del capitale relazionale è destinato a rimanere relativamente oscuro. Il presente contributo si propone, pertanto, di esaminare il nesso intercorrente tra vicinanza degli attori e produzione di capitale relazionale. In proposito, si avanza l'ipotesi che il processo si realizzi mediante la predisposizione, nella pratica sociale, di un dispositivo di natura spaziale, consistente nell'istituzione di un'opportuna organizzazione del territorio. Questa organizzazione sarebbe all'origine di un sistema di vicinanze/lontananze, inclusioni/esclusioni che consente agli attori di effettuare investimenti relazionali e, con ciò, di produrre capitale sociale specifico, a livello locale. L'elemento caratterizzante la prossimità viene pertanto indicato nella condivisione, da parte di un determinato gruppo di attori, di una medesima porzione dello spazio sociale, la quale è definita non secondo un criterio meramente "geometrico", ma su una base topologica.
2001
88-87788-02-2
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