Il contributo investiga le forme contemporanee del progetto più soggette alle tecnologie digitali, alla luce – e soprattutto all’ombra – delle nozioni di autore e di materia, delle loro intersezioni e delle relazioni che le informano. Se su basi scientifiche si può ammettere che “in concreto, la realtà non è che un’unica materia-energia soggetta a transizioni di fase di vario tipo, dove ogni strato di ‘materia’ accumulato non fa che arricchire il serbatoio di dinamica e di combinatoria nonlineari a disposizione per generare nuove strutture e processi” (De Landa 2003, p. 12), è oggi più che mai evidente che la specie umana ha costituito uno dei catalizzatori principali di queste trasformazioni sul pianeta Terra, soprattutto durante gli ultimi due millenni; ed è inoltre noto che, soprattutto a partire dal XV secolo, tali interventi sono stati spesso mediati da trascrizioni di proiezioni di immagini mentali su supporti fisici, ovvero da disegni e testi di progetto, mentre la geometria sostituiva il filo teso degli agrimensori con il suo fantasma, il raggio luminoso. L’ambito di indagine si concentra specificamente su questioni teoriche e infrastrutturali dell’emergere (o riemergere) di approcci progettuali apparentemente anti-autoriali, o per lo meno in cui i protagonisti non sono più riconoscibili come umani, sia dalla parte del progettista sia da quella dell’utente. Mentre il primo si identifica sempre più spesso in reti e algoritmi, la centralità del secondo viene finalmente messa in discussione, sempre che non sia anch’esso non-umano: se è vero che i grandi cambiamenti passano tutti per significative intensificazioni di flussi di energia, va considerato che oggi quantità enormi di energia alimentano le invisibili ma gigantesche infrastrutture e gli edifici che elaborano, trasportano e trasmettono dati digitali. Due estremi della relazione autore/materia possono identificarsi nel cono ideale progettato dalla follia di Roithamer, il protagonista di Correzione di Thomas Bernhard ossessionato dalla speculazione intellettuale, e nel petrolio come entità senziente capace di determinare le sorti della Terra in Cyclonopedia di Reza Negarestani: nel primo caso il progetto è pura emanazione della mente logica e iperattiva del suo autore, mentre nel secondo è la materia ad essere creativa e determinante. Data l’impossibilità di rappresentare al sensorio umano sistemi composti da miliardi di livelli interconnessi, l’unica via per un approccio critico alle grandi piattaforme cloud, intermediarie tra autore e materia da cui sempre più dipende il progetto, sembra quella di correre il rischio di addentrarsi in territori oscuri, in quella nube della non conoscenza di cui già si parlava nella precedente era oscura.
In terre sconosciute : epistemologia, rappresentazione e progetto nell’era delle macchine intelligenti = In Unknown Lands : epistemology, Representation and Design in the Age of Intelligent Machines
Bergamo, Francesco
2020-01-01
Abstract
Il contributo investiga le forme contemporanee del progetto più soggette alle tecnologie digitali, alla luce – e soprattutto all’ombra – delle nozioni di autore e di materia, delle loro intersezioni e delle relazioni che le informano. Se su basi scientifiche si può ammettere che “in concreto, la realtà non è che un’unica materia-energia soggetta a transizioni di fase di vario tipo, dove ogni strato di ‘materia’ accumulato non fa che arricchire il serbatoio di dinamica e di combinatoria nonlineari a disposizione per generare nuove strutture e processi” (De Landa 2003, p. 12), è oggi più che mai evidente che la specie umana ha costituito uno dei catalizzatori principali di queste trasformazioni sul pianeta Terra, soprattutto durante gli ultimi due millenni; ed è inoltre noto che, soprattutto a partire dal XV secolo, tali interventi sono stati spesso mediati da trascrizioni di proiezioni di immagini mentali su supporti fisici, ovvero da disegni e testi di progetto, mentre la geometria sostituiva il filo teso degli agrimensori con il suo fantasma, il raggio luminoso. L’ambito di indagine si concentra specificamente su questioni teoriche e infrastrutturali dell’emergere (o riemergere) di approcci progettuali apparentemente anti-autoriali, o per lo meno in cui i protagonisti non sono più riconoscibili come umani, sia dalla parte del progettista sia da quella dell’utente. Mentre il primo si identifica sempre più spesso in reti e algoritmi, la centralità del secondo viene finalmente messa in discussione, sempre che non sia anch’esso non-umano: se è vero che i grandi cambiamenti passano tutti per significative intensificazioni di flussi di energia, va considerato che oggi quantità enormi di energia alimentano le invisibili ma gigantesche infrastrutture e gli edifici che elaborano, trasportano e trasmettono dati digitali. Due estremi della relazione autore/materia possono identificarsi nel cono ideale progettato dalla follia di Roithamer, il protagonista di Correzione di Thomas Bernhard ossessionato dalla speculazione intellettuale, e nel petrolio come entità senziente capace di determinare le sorti della Terra in Cyclonopedia di Reza Negarestani: nel primo caso il progetto è pura emanazione della mente logica e iperattiva del suo autore, mentre nel secondo è la materia ad essere creativa e determinante. Data l’impossibilità di rappresentare al sensorio umano sistemi composti da miliardi di livelli interconnessi, l’unica via per un approccio critico alle grandi piattaforme cloud, intermediarie tra autore e materia da cui sempre più dipende il progetto, sembra quella di correre il rischio di addentrarsi in territori oscuri, in quella nube della non conoscenza di cui già si parlava nella precedente era oscura.File | Dimensione | Formato | |
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