Il concetto di transizione, nella sua definizione più comune, indica un processo da un punto A a un punto B che include fasi di instabilità, di trasformazione e di ricerca di un nuovo equilibrio. Guardando al territorio contemporaneo si notano processi di transizione che si traducono in esiti spaziali accidentali con diverse criticità, tra cui il consolidamento di alcune inerzie e disuguaglianze. Da qui emerge la necessità di territorializzare la transizione partendo dall’osservazione diretta di specifici contesti, dove è possibile leggere le ricadute nei frammenti fisici di tale processo. I frammenti di transizione diventano quindi i vetrini su cui porre attenzione e cura, l’unità di base da cui è possibile cogliere alcuni indizi che, se interpretati, possono portarci a definire alcune prese progettuali per la costruzione di scenari. Lo strumento dello scenario, includendo una dimensione di vaghezza del progetto, è particolarmente utile in quanto permette di gestire l’indeterminatezza propria dei processi di transizione: così i frammenti vengono risignificati all’interno di una maglia soggetta a continue trasformazioni e in costante mediazione e interazione con gli attori territoriali. Il contributo propone alcune riflessioni per la costruzione di nuovi strumenti di lettura e di progetto spaziale dei processi di transizione, all’interno di un più ampio obiettivo che è quello di contribuire alla costruzione di nuovi patti territoriali che provino a rispondere alla complessità e ai paradossi delle nuove questioni urbane.
Territorializzare la transizione: ripartire dalla dimensione spaziale per nuovi patti territoriali
D’Angelo, Fabrizio;Pica, Klarissa;Simoni, Davide;Zucca, Valentina Rossella
2023-01-01
Abstract
Il concetto di transizione, nella sua definizione più comune, indica un processo da un punto A a un punto B che include fasi di instabilità, di trasformazione e di ricerca di un nuovo equilibrio. Guardando al territorio contemporaneo si notano processi di transizione che si traducono in esiti spaziali accidentali con diverse criticità, tra cui il consolidamento di alcune inerzie e disuguaglianze. Da qui emerge la necessità di territorializzare la transizione partendo dall’osservazione diretta di specifici contesti, dove è possibile leggere le ricadute nei frammenti fisici di tale processo. I frammenti di transizione diventano quindi i vetrini su cui porre attenzione e cura, l’unità di base da cui è possibile cogliere alcuni indizi che, se interpretati, possono portarci a definire alcune prese progettuali per la costruzione di scenari. Lo strumento dello scenario, includendo una dimensione di vaghezza del progetto, è particolarmente utile in quanto permette di gestire l’indeterminatezza propria dei processi di transizione: così i frammenti vengono risignificati all’interno di una maglia soggetta a continue trasformazioni e in costante mediazione e interazione con gli attori territoriali. Il contributo propone alcune riflessioni per la costruzione di nuovi strumenti di lettura e di progetto spaziale dei processi di transizione, all’interno di un più ampio obiettivo che è quello di contribuire alla costruzione di nuovi patti territoriali che provino a rispondere alla complessità e ai paradossi delle nuove questioni urbane.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.