Nel guardare alla costa come spazio pubblico e bene collettivo, la città di Napoli si pone come caso emblematico per la sua condizione di grande difficoltà di accesso al litorale, che la caratterizza come una città dal mare negato, in cui la costa si coglie solo per frammenti. Lungo la sua estensione geografica, si incontrano numerosi ostacoli che nel tempo hanno modificato l’originario rapporto tra la città e il mare, impedendone la fruizione diretta. Nonostante questa condizione, è possibile cogliere lungo lo spessore costiero molteplici realtà che cercano di recuperare e rivendicare il rapporto città-mare. In particolare guardando al di là della fascia ferroviaria, che separa il litorale dal tessuto urbano del quartiere di San Giovanni a Teduccio, esiste la realtà di Art33: un hub culturale che, riutilizzando alcuni spazi di un ex edificio scolastico, ne mantiene l’intento pedagogico esteso alla società e la volontà di aprirsi attraverso processi di inclusione e innovazione sociale. Dal quartiere sono visibili spinte da parte della comunità per riappropriarsi della risorsa mare e della sua fruizione, scavalcando spesso alcuni impedimenti e utilizzando i pochi frammenti di costa del quartiere, attraverso alcuni usi informali. La riconquista di un nuovo rapporto con il mare, in questo quartiere periferico, può essere spunto di riflessione su come gli abitanti possano ritrovare nella costa uno spazio pubblico ora negato. Il contributo indaga il ruolo che possono avere queste realtà all’interno del più ampio tema degli equilibri tra interno e margine costiero e del recupero del rapporto città-mare nel contesto napoletano.
Città ribelli. Esperienze lungo la costa napoletana, tra fratture e riappropriazioni
Pica, Klarissa;Zucca, Valentina Rossella
2023-01-01
Abstract
Nel guardare alla costa come spazio pubblico e bene collettivo, la città di Napoli si pone come caso emblematico per la sua condizione di grande difficoltà di accesso al litorale, che la caratterizza come una città dal mare negato, in cui la costa si coglie solo per frammenti. Lungo la sua estensione geografica, si incontrano numerosi ostacoli che nel tempo hanno modificato l’originario rapporto tra la città e il mare, impedendone la fruizione diretta. Nonostante questa condizione, è possibile cogliere lungo lo spessore costiero molteplici realtà che cercano di recuperare e rivendicare il rapporto città-mare. In particolare guardando al di là della fascia ferroviaria, che separa il litorale dal tessuto urbano del quartiere di San Giovanni a Teduccio, esiste la realtà di Art33: un hub culturale che, riutilizzando alcuni spazi di un ex edificio scolastico, ne mantiene l’intento pedagogico esteso alla società e la volontà di aprirsi attraverso processi di inclusione e innovazione sociale. Dal quartiere sono visibili spinte da parte della comunità per riappropriarsi della risorsa mare e della sua fruizione, scavalcando spesso alcuni impedimenti e utilizzando i pochi frammenti di costa del quartiere, attraverso alcuni usi informali. La riconquista di un nuovo rapporto con il mare, in questo quartiere periferico, può essere spunto di riflessione su come gli abitanti possano ritrovare nella costa uno spazio pubblico ora negato. Il contributo indaga il ruolo che possono avere queste realtà all’interno del più ampio tema degli equilibri tra interno e margine costiero e del recupero del rapporto città-mare nel contesto napoletano.File | Dimensione | Formato | |
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