Il saggio prende in considerazione il modo in cui nella bottega di Raffaello prima, e nell'architettura di Giulio Romano poi, si studia il genere tuscanico e lo si distingue o combina con il dorico, sulla base di alcune architetture antiche e del testo del De architectura. Si tratta di un procedimento di semplificazione del dorico, di cui esistono precedenti in edifici sangalleschi, in particolare di Antonio il Vecchio, che viene applicato da Raffaello in architetture costruite e rappresentate, e da Giulio Romano a palazzo Te. Edificio nel quale si dispiega una cospicua serie di varianti sul tema, e nel quale la ripresa del tuscanico, in combinazione con il bugnato rustico, potrebbe rispondere all'intenzione di rendere omaggio al committente, Federico II Gonzaga, alludendo alle origini etrusche di Mantova. Argomento sul quale si sofferma Mario Equicola, umanista e segretario di Federico, nella Chronica de Mantua pubblicata nel 1521.
Di alcuni motivi in Giulio Romano
Massimo Bulgarelli
2023-01-01
Abstract
Il saggio prende in considerazione il modo in cui nella bottega di Raffaello prima, e nell'architettura di Giulio Romano poi, si studia il genere tuscanico e lo si distingue o combina con il dorico, sulla base di alcune architetture antiche e del testo del De architectura. Si tratta di un procedimento di semplificazione del dorico, di cui esistono precedenti in edifici sangalleschi, in particolare di Antonio il Vecchio, che viene applicato da Raffaello in architetture costruite e rappresentate, e da Giulio Romano a palazzo Te. Edificio nel quale si dispiega una cospicua serie di varianti sul tema, e nel quale la ripresa del tuscanico, in combinazione con il bugnato rustico, potrebbe rispondere all'intenzione di rendere omaggio al committente, Federico II Gonzaga, alludendo alle origini etrusche di Mantova. Argomento sul quale si sofferma Mario Equicola, umanista e segretario di Federico, nella Chronica de Mantua pubblicata nel 1521.File | Dimensione | Formato | |
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