Il testo che segue è parte di un lavoro di ricerca che si sviluppa attorno alla performatività e alle architetture dell’abitare a partire da una prospettiva femminista e queer. La ricerca procede per stralci di esperienze sparse nel tempo e nello spazio, il focus su Puerto Rico rappresenta un frammento di questo archivio. Il tentativo è di solcare il terreno di tali sperimentazioni per individuarne le tecnologie, i resti, e le memorie e con loro l’attività che continua a prodursi, rifuggendo la mappatura cumulativa e associativa a favore di una cartografia che distingua delle coordinate verso un divenire concreto.In altri termini guardo alla transizione-volontaria-vissuta che nel suo generarsi faccia sempre più spazio alle prospettive incarnate nella costruzione dell’abitare. In particolare nel seguente testo cercherò di evidenziare un pensiero sul rapporto tra performatività e spazialità che si attua nei corpi/edificio prodotti dal fare cüir proprio di quest’isola, una cartografia (nel senso guattariano del termine ) sui modi di produzione dell’abitare che faccia emergere le zone non più solamente vissute dai corpi ma generate da essi . Il corpo a cui mi riferisco è un corpo transindividuale ovvero una relazione di relazioni che si danno non solo fra individui ma fra entità, termine che Philiph Butler utilizza per indicare una decentralizzazione dell’umano a favore di sistemi di rapporti complessi di tutto il mondo fisico.

Loverbar, Cüirtopia e le crepe del Borikén. Performatività di un abitare caraibico

Da Soller, Roberta
2022-01-01

Abstract

Il testo che segue è parte di un lavoro di ricerca che si sviluppa attorno alla performatività e alle architetture dell’abitare a partire da una prospettiva femminista e queer. La ricerca procede per stralci di esperienze sparse nel tempo e nello spazio, il focus su Puerto Rico rappresenta un frammento di questo archivio. Il tentativo è di solcare il terreno di tali sperimentazioni per individuarne le tecnologie, i resti, e le memorie e con loro l’attività che continua a prodursi, rifuggendo la mappatura cumulativa e associativa a favore di una cartografia che distingua delle coordinate verso un divenire concreto.In altri termini guardo alla transizione-volontaria-vissuta che nel suo generarsi faccia sempre più spazio alle prospettive incarnate nella costruzione dell’abitare. In particolare nel seguente testo cercherò di evidenziare un pensiero sul rapporto tra performatività e spazialità che si attua nei corpi/edificio prodotti dal fare cüir proprio di quest’isola, una cartografia (nel senso guattariano del termine ) sui modi di produzione dell’abitare che faccia emergere le zone non più solamente vissute dai corpi ma generate da essi . Il corpo a cui mi riferisco è un corpo transindividuale ovvero una relazione di relazioni che si danno non solo fra individui ma fra entità, termine che Philiph Butler utilizza per indicare una decentralizzazione dell’umano a favore di sistemi di rapporti complessi di tutto il mondo fisico.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Loverbar, Cüirtopia e le crepe del Borikén_Roberta Da Soller_SCIAMI.pdf

accesso aperto

Tipologia: Versione Editoriale
Licenza: Creative commons
Dimensione 229.58 kB
Formato Adobe PDF
229.58 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/340289
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact