In recent years, drawing (and designing) is increasingly done using artificial intelligence applications to the extent that the (theoretical-practical) academic discipline of Drawing can be reformulated in terms of “Artificial Drawing” [AD], remaining faithful to its ancient aesthetologic and scientific mission: “to depict the sensible form of things”. The qualitative morphological mission of drawing, in the era of computational aesthetics, encounters a development of possible morphological measurements well beyond the possibilities of human perception and computation. To qualitatively measure the morphometric dimensions of AD, this contribution addresses primarily the principles of scientific morphography and morphometry of the 19th century in its connections with today’s computational aesthetics, in order to compare them with the possibilities open to AD. It then proposes to map the “black box” of image description algorithms in terms of levels of semiotic analysis of images of Greimassian tradition to measure how today’s systems of “artificial perception” implement a total syncretism of the semiotic dimensions of the “figural” decomposed into the ca- tegory of the “figurative” (abstract vs. iconic) and its neutral term: the “figurable” or “indiscernible” (non-iconic vs. non-figurative). On these semiotic maps, it will be possible to measure the processes of descriptive AD (which starts from the figurative) and generative AD (which moves from the figurable) and which lead to generally measurable outcomes in the dimensions of “asemic writings”. Based on the arguments presented, we can conclusively answer the initial question. The morphome- tric dimensions of the artificial design are indeed measurable to a degree that allows us to provide an appropriate semiotic representation. ----- Negli ultimi anni, il disegno (e la progettazione) è sempre più affrontato utilizzando applicazioni di intelligenza artificiale, al punto che la disciplina accademica (teorico-pratica) del Disegno può essere riformulata in termini di “Disegno Artificiale” [DA], rimanendo fedele alla sua antica missione estetologica e scientifica: “rappresentare la forma sensibile delle cose”. La missione morfologica qualitativa del disegno, nell’era dell’estetica computazionale, incontra uno sviluppo di possibili misurazioni morfologiche ben oltre le possibilità della percezione e del calcolo umano. Per misurare qualitativamente le dimensioni morfometriche dell’DA, questo contributo affronta principalmente i principi della morfografia e morfometria scientifica del XIX secolo nelle sue connessioni con l’estetica computazionale odierna, al fine di confrontarli con le possibilità aperte all’DA. Propone quindi di mappare la “scatola nera” degli algoritmi di descrizione delle immagini in termini di livelli di analisi semiotica delle immagini di tradizione greimassiana per misurare come gli odierni sistemi di “percezione artificiale” implementino un sincretismo totale delle dimensioni semiotiche del “figurale” scomposto nella categoria del “figurativo” (astratto vs. iconico) e il suo termine neutro: il “figurabile” o “indiscernibile” (non iconico vs. non figurativo). Su queste mappe semiotiche, sarà possibile misurare i processi di AD descrittiva (che parte dal figurativo) e di AD generativa (che parte dal figurabile) e che portano a risultati generalmente misurabili nelle dimensioni delle “scritture asemiche”. Sulla base degli argomenti presentati, possiamo rispondere in modo conclusivo alla domanda iniziale. Le dimensioni morfometriche del disegno artificiale sono effettivamente misurabili a un livello che ci consente di fornire una rappresentazione semiotica appropriata.

Are the morphometric dimensions of artificial drawing out of measure?

Gay, Fabrizio
;
Cazzaro, Irene
2024-01-01

Abstract

In recent years, drawing (and designing) is increasingly done using artificial intelligence applications to the extent that the (theoretical-practical) academic discipline of Drawing can be reformulated in terms of “Artificial Drawing” [AD], remaining faithful to its ancient aesthetologic and scientific mission: “to depict the sensible form of things”. The qualitative morphological mission of drawing, in the era of computational aesthetics, encounters a development of possible morphological measurements well beyond the possibilities of human perception and computation. To qualitatively measure the morphometric dimensions of AD, this contribution addresses primarily the principles of scientific morphography and morphometry of the 19th century in its connections with today’s computational aesthetics, in order to compare them with the possibilities open to AD. It then proposes to map the “black box” of image description algorithms in terms of levels of semiotic analysis of images of Greimassian tradition to measure how today’s systems of “artificial perception” implement a total syncretism of the semiotic dimensions of the “figural” decomposed into the ca- tegory of the “figurative” (abstract vs. iconic) and its neutral term: the “figurable” or “indiscernible” (non-iconic vs. non-figurative). On these semiotic maps, it will be possible to measure the processes of descriptive AD (which starts from the figurative) and generative AD (which moves from the figurable) and which lead to generally measurable outcomes in the dimensions of “asemic writings”. Based on the arguments presented, we can conclusively answer the initial question. The morphome- tric dimensions of the artificial design are indeed measurable to a degree that allows us to provide an appropriate semiotic representation. ----- Negli ultimi anni, il disegno (e la progettazione) è sempre più affrontato utilizzando applicazioni di intelligenza artificiale, al punto che la disciplina accademica (teorico-pratica) del Disegno può essere riformulata in termini di “Disegno Artificiale” [DA], rimanendo fedele alla sua antica missione estetologica e scientifica: “rappresentare la forma sensibile delle cose”. La missione morfologica qualitativa del disegno, nell’era dell’estetica computazionale, incontra uno sviluppo di possibili misurazioni morfologiche ben oltre le possibilità della percezione e del calcolo umano. Per misurare qualitativamente le dimensioni morfometriche dell’DA, questo contributo affronta principalmente i principi della morfografia e morfometria scientifica del XIX secolo nelle sue connessioni con l’estetica computazionale odierna, al fine di confrontarli con le possibilità aperte all’DA. Propone quindi di mappare la “scatola nera” degli algoritmi di descrizione delle immagini in termini di livelli di analisi semiotica delle immagini di tradizione greimassiana per misurare come gli odierni sistemi di “percezione artificiale” implementino un sincretismo totale delle dimensioni semiotiche del “figurale” scomposto nella categoria del “figurativo” (astratto vs. iconico) e il suo termine neutro: il “figurabile” o “indiscernibile” (non iconico vs. non figurativo). Su queste mappe semiotiche, sarà possibile misurare i processi di AD descrittiva (che parte dal figurativo) e di AD generativa (che parte dal figurabile) e che portano a risultati generalmente misurabili nelle dimensioni delle “scritture asemiche”. Sulla base degli argomenti presentati, possiamo rispondere in modo conclusivo alla domanda iniziale. Le dimensioni morfometriche del disegno artificiale sono effettivamente misurabili a un livello che ci consente di fornire una rappresentazione semiotica appropriata.
2024
9788835166948
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/351489
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