Quando Cartesio appare nel dipinto di Jan B. Weenincks con in mano le pagine autografe della sentenza Mundus est Fabula, “il mondo è una favola” sta spazzando via tutto il sapere esterno a noi. Ma anche tutto quello interno a noi, in quanto anche l’esperienza è favola se non verificata attraverso il rigoroso processo del dubbio. Questa strana frase suggella l’inizio del pensiero moderno. Il mondo così com’è non è, è un’immagine affascinante e assolutamente illusoria, bisogna fondarla attraverso il more geometricum, matematico. Se non c’è misurabilità, quindi cogitabilità -cogitare vuol dire calcolare per Cartesio- non c’è alcuna realtà. E a partire dalla fine del Seicento la trasposizione del reale sulla carta, la mappa, subisce una trasformazione irreversibile: l’introduzione della scala metrica. Il criterio della misurabilità decide riguardo l’esistenza o inesistenza delle cose, riguardo il loro finire sulla mappa o meno. E la necessità di misurare equamente comporta una seconda manovra visiva, la rotazione del punto di vista. Non più tangente, tridimensionale, esplorativo. Ma zenitale, di controllo, di possesso. Cambia il nostro modo di guardare, di pensare, di progettare.-----In this text, the author reflects on the concept of "festive" as it has been understood in different civilizations throughout history. They start with the Vedic civilization, which saw intoxication as a means of accessing otherworldly experiences, and where all aspects of life were infused with a sense of wonder and gratitude for the universe. The author then discusses the monumental architecture and sculpture of civilizations such as those of Mexico, Mesopotamia, and Egypt, which infused matter with the same vitality as myth. Finally, they discuss the role of religion in Western civilization, where mysticism and exercises aimed at visualizing the divine have continued to inspire ecstatic experiences. Throughout the text, the author highlights the importance of celebration, which they see as a means of accessing and expressing the ineffable aspects of life that cannot be captured through rational thought or productivity

Festa della pietra, festa per sempre. Vitalità della visione (e della forma) prima e oltre il mondo cartesiano

Pisciella, Susanna
2023-01-01

Abstract

Quando Cartesio appare nel dipinto di Jan B. Weenincks con in mano le pagine autografe della sentenza Mundus est Fabula, “il mondo è una favola” sta spazzando via tutto il sapere esterno a noi. Ma anche tutto quello interno a noi, in quanto anche l’esperienza è favola se non verificata attraverso il rigoroso processo del dubbio. Questa strana frase suggella l’inizio del pensiero moderno. Il mondo così com’è non è, è un’immagine affascinante e assolutamente illusoria, bisogna fondarla attraverso il more geometricum, matematico. Se non c’è misurabilità, quindi cogitabilità -cogitare vuol dire calcolare per Cartesio- non c’è alcuna realtà. E a partire dalla fine del Seicento la trasposizione del reale sulla carta, la mappa, subisce una trasformazione irreversibile: l’introduzione della scala metrica. Il criterio della misurabilità decide riguardo l’esistenza o inesistenza delle cose, riguardo il loro finire sulla mappa o meno. E la necessità di misurare equamente comporta una seconda manovra visiva, la rotazione del punto di vista. Non più tangente, tridimensionale, esplorativo. Ma zenitale, di controllo, di possesso. Cambia il nostro modo di guardare, di pensare, di progettare.-----In this text, the author reflects on the concept of "festive" as it has been understood in different civilizations throughout history. They start with the Vedic civilization, which saw intoxication as a means of accessing otherworldly experiences, and where all aspects of life were infused with a sense of wonder and gratitude for the universe. The author then discusses the monumental architecture and sculpture of civilizations such as those of Mexico, Mesopotamia, and Egypt, which infused matter with the same vitality as myth. Finally, they discuss the role of religion in Western civilization, where mysticism and exercises aimed at visualizing the divine have continued to inspire ecstatic experiences. Throughout the text, the author highlights the importance of celebration, which they see as a means of accessing and expressing the ineffable aspects of life that cannot be captured through rational thought or productivity
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11578/356169
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