La presenza del verde nelle nostre città, la quantità di spazi ad esso dedicati e la loro cura e manutenzione sono alcuni dei principali indicatori di vivibilità dei centri urbani. I giardini non solo migliorano la qualità di vita all’interno dei quartieri ma assumono anche la connotazione di spazi ‘protesici’ in grado di favorire le funzioni vitali da parte di chi ne usufruisce. In particolare il contatto fisico e visivo con gli spazi natura- li è considerato, in diversi studi, una fonte di benessere fisico, sociale, cognitivo e psicologico per tutti i fruitori e soprattutto per le persone più fragili (anziani, bambini, persone con disabilità). A queste condizioni generali di benessere psico-fisico si aggiungono finalità terapeutiche (come nel caso degli Healing Gardens) e di cura se oltre alla semplice funzione di contenitore, lo spazio geometrico e materico del giardino è in grado di instaurare ‘relazioni’, intercettando le abilità residue delle persone con disabilità. Nell’ambito degli studi sugli Healing Gardens il contributo propone un’analisi critica della letteratura e delle esperienze progettuali nazionali e internazionali di giardini terapeutici per persone autistiche e per persone affette da Alzheimer, al fine di individuare un framework di criteri progettuali che dovrebbero essere considerati nella progettazione degli spazi verdi.
Neurodiversità e spazi verdi urbani. Soluzioni per giardini sensoriali e terapeutici.
Cristiana Cellucci
2024-01-01
Abstract
La presenza del verde nelle nostre città, la quantità di spazi ad esso dedicati e la loro cura e manutenzione sono alcuni dei principali indicatori di vivibilità dei centri urbani. I giardini non solo migliorano la qualità di vita all’interno dei quartieri ma assumono anche la connotazione di spazi ‘protesici’ in grado di favorire le funzioni vitali da parte di chi ne usufruisce. In particolare il contatto fisico e visivo con gli spazi natura- li è considerato, in diversi studi, una fonte di benessere fisico, sociale, cognitivo e psicologico per tutti i fruitori e soprattutto per le persone più fragili (anziani, bambini, persone con disabilità). A queste condizioni generali di benessere psico-fisico si aggiungono finalità terapeutiche (come nel caso degli Healing Gardens) e di cura se oltre alla semplice funzione di contenitore, lo spazio geometrico e materico del giardino è in grado di instaurare ‘relazioni’, intercettando le abilità residue delle persone con disabilità. Nell’ambito degli studi sugli Healing Gardens il contributo propone un’analisi critica della letteratura e delle esperienze progettuali nazionali e internazionali di giardini terapeutici per persone autistiche e per persone affette da Alzheimer, al fine di individuare un framework di criteri progettuali che dovrebbero essere considerati nella progettazione degli spazi verdi.File | Dimensione | Formato | |
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