La transizione ecologica impone un consistente intervento sull’infrastruttura territoriale; in particolare, come ha ricordato recentemente Jeremy Rifkin, sono tre i pilastri che concorrono a trasformare i modelli sociospaziali: il sistema energetico, delle telecomunicazioni e della mobilità. Nel contesto nazionale, la regia della transazione è dettata da politiche europee eco-modernizzanti, con soluzioni che mettono al centro la dimensione tecnologica, accessoriando spazi e edifici, senza però un progetto integrato di insieme. Tra i principali driver dei progetti di transizione ecologica troviamo le misure finanziate dal PNRR, dove molto spazio viene dato ai processi di digitalizzazione e di transizione energetica. Tra queste misure ricorrono geografie privilegiate di intervento: le aree interne, i territori rurali, le piccole comunità; mentre, osservando gli obiettivi mirati al patrimonio pubblico, molta attenzione viene data alle scuole, sia nella dimensione spaziale, che nel potenziamento e inclusività nella garanzia del diritto all’istruzione. Attraverso la lettura critica di alcune sperimentazioni, finanziamenti e progetti nel paradigmatico contesto in transizione sardo, il contributo individua i caratteri di una regia che tenga insieme tre infrastrutture: quella della vita quotidiana, quella digitale e quella energetica, che entrano a far parte delle effettive “dotazioni minime” del welfare. Lo spazio diventa così un effettivo transformer: trasformista, perché accoglie usi diversi e ragioni del progetto multiple, e trasformatore, perché punto nevralgico della gestione dei passaggi di diversa intensità tra alta tensione e bassa tensione dell'abitare un territorio.

Transformer. L’infrastruttura scolastica come campo di indagine della transizione digitale ed energetica nei territori marginali

Fabrizio D'Angelo;Valentina Rossella Zucca
2024-01-01

Abstract

La transizione ecologica impone un consistente intervento sull’infrastruttura territoriale; in particolare, come ha ricordato recentemente Jeremy Rifkin, sono tre i pilastri che concorrono a trasformare i modelli sociospaziali: il sistema energetico, delle telecomunicazioni e della mobilità. Nel contesto nazionale, la regia della transazione è dettata da politiche europee eco-modernizzanti, con soluzioni che mettono al centro la dimensione tecnologica, accessoriando spazi e edifici, senza però un progetto integrato di insieme. Tra i principali driver dei progetti di transizione ecologica troviamo le misure finanziate dal PNRR, dove molto spazio viene dato ai processi di digitalizzazione e di transizione energetica. Tra queste misure ricorrono geografie privilegiate di intervento: le aree interne, i territori rurali, le piccole comunità; mentre, osservando gli obiettivi mirati al patrimonio pubblico, molta attenzione viene data alle scuole, sia nella dimensione spaziale, che nel potenziamento e inclusività nella garanzia del diritto all’istruzione. Attraverso la lettura critica di alcune sperimentazioni, finanziamenti e progetti nel paradigmatico contesto in transizione sardo, il contributo individua i caratteri di una regia che tenga insieme tre infrastrutture: quella della vita quotidiana, quella digitale e quella energetica, che entrano a far parte delle effettive “dotazioni minime” del welfare. Lo spazio diventa così un effettivo transformer: trasformista, perché accoglie usi diversi e ragioni del progetto multiple, e trasformatore, perché punto nevralgico della gestione dei passaggi di diversa intensità tra alta tensione e bassa tensione dell'abitare un territorio.
2024
978-88-99237-43-1
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